Mike Holober: Hiding Out
Come è ovvio che sia, l'organico registra alcune sostituzioni. Tra i nuovi ingressi il trombettista Marvin Stamm, i sassofonisti Jason Rigby e Billy Drewes, il trombonista Alan Ferber) ma non mancano eccellenti conferme: il trombettista Scott Wendholt, il chitarrista Steve Cardenas, il sassofonista Jon Gordon, il contrabbassista John Hébert e i trombonista Mark Patterson e Pete McGuinness.
Prima di parlare delle composizioni ricordiamo che Holober è un magnifico arrangiatore, che attualizza il modern mainstream orchestrale con soluzioni personali e un'alta capacità di scrittura. Pianista, compositore e insegnante al City College e alla Manhattan School of Music di New York, Holober s'è distinto per i progetti orchestrali con la Vanguard Jazz Orchestra, la Hessischer Rundfunk di Francoforte e la WDR Big Band di Colonia.
La scrittura di Holober ha somiglianze con quelle di Maria Schneider, Bob Brookmeyer e Gil Evans. È un eclettico creatore di raffinati impasti timbrici, talvolta influenzati da quell'impressionismo evansiano che rimanda agli autori colti europei. L'estetica jazz è presente nei percorsi ricchi di tensione ritmica, nei climax orchestrali, nell'abilità di coniugare la libertà dei solisti entro dinamiche orchestrali sapientemente strutturate.
Entrambe le suite sono ispirate da ambienti naturali: "Flow" dal fascino del fiume Hudson all'altezza di Harlem e "Hiding Out" da una permanenza nel contesto naturale del Wyoming.
La prima suite assegna differenti solisti a ognuno dei singoli movimenti. Dopo l'aristocratica introduzione, "Tear of The Clouds" si sviluppa in momenti sempre più impetuosi, in relazione al torrenziale intervento di Jason Rigby al sax tenore; "Opalescence" è un raffinatissimo gioco di fondali impressionisti sul lirico flicorno di Marvin Stamm; dopo il brevissimo "Interlude," il tema finale prende il nome di "Harlem" e si caratterizza per lo swingante slancio ritmico, in piena adesione al modello Thad Jones-Mel Lewis. I solisti sono Billy Drewes al sax contralto e Scott Wendholt alla tromba.
"Hiding Out" evidenzia la maestria di Holober di sviluppare semplici idee tematiche in forme sempre nuove, confezionando abiti orchestrali che assumono colorazioni diverse. Dal rarefatto e classicheggiante "prelude," il sound orchestrale si espande in "Compelled," acquisendo opulenza armonica e spessore ritmico. È il movimento centrale della suite che apre spazi per l'ispirato intervento di Cardenas alla chitarra e per quello di Holober al piano. L'impronta cameristica torna a caratterizzare il terzo e quarto movimento mentre lungo finale ("It Was Just The Wind") è un eclettico affresco jazzistico, con vari interventi solisti e climi orchestrali ricchi di tensione.
Come dicevamo, le due suite si aprono e chiudono con brani singoli. Il primo cd inizia con "Jumble," brano dall'accentuato dinamismo che ingloba climi rock; il secondo compact termina con "Caminhos Crusados" in due affascinanti versioni
Track Listing
CD 1: Jumble; Flow: Movement 1: Tear of the Clouds; Movement 2: Opalescence; Movement 3: Interlude; Movement 4: Harlem. CD 2: Hiding Out: Movement 1: Prelude; Movement 2: Compelled; Movement 3: Four Haiku; Movement 4: Interlude; Movement 5: It Was Just the Wind; Caminhos Cruzados; Caminhos Cruzados (Radio Edit).
Personnel
Mike Holober: piano; Billy Drewes: saxophone; Jon Gordon: saxophone, alto; Dave Pietro: saxophone, alto; Ben Kono: woodwinds; Adam Kolker: clarinet, bass; Jason Rigby: saxophone, tenor; Charles Pillow: saxophone; Alan Ferber: trombone; Carl Maraghi: saxophone, baritone; Tony Kadleck: trumpet; Pete McGuinness: trombone; Scott Wendholt: trumpet; Marvin Stamm: trumpet; Steve Cardenas: guitar; Jesse Lewis: guitar; Jay Azzolina: guitar; Mark Ferber: drums; Jared Schonig: drums; Rogerio Boccato: percussion.
Album information
Title: Hiding Out | Year Released: 2019 | Record Label: Zoho Music