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Greg Burk
ByCon Paul Motian e Paul Bley è un trio di improvvisatori colti al massimo della loro ispirazione. Nonostante suonino insieme da più di quarant’anni la musica è ricca di sorprese e continue scoperte. È grandioso ascoltare Bley re-inventare brani che ha suonato per una vita.
02. Greg Osby - The Invisible Hand (Blue Note - 2001).
Con Andrew Hill e Jim Hall come ospiti, vi è una profondità ed un relax che mi ricorda i miei dischi preferiti degli anni Sessanta. Ci sono bellissime composizioni di Andrew Hill e alcuni momenti di magico interplay.
03. Joe Lovano - Village Rhythm (Soul Note - 1989). Questo è un disco speciale perchè cattura la working band di Lovano dal vivo in un club. Ci sono un nuovo suono e nuovi concetti, ispirati dalla scrittura coraggiosa di Lovano. Sono onorato di incidere per la stessa etichetta di un così grande musicista.
04. John Tchicai - Reggie Workman - Andrew Cyrille - Witch's Scream (TUM - 2006).
Ho suonato recentemente con Tchicai ed è stata una rivelazione. È un vero spirito libero e una fonte di ispirazione continua. Questo CD è una vera chicca perché Tchicai canta alcuni brani di Monk e suona spesso il clarinetto basso.
05. Francois Carrier with Paul Bley, Gary Peacock, Michel Lambert - Traveling Lights - (Justin Time - 2004).
Settanta minuti di libera improvvisazione che si sviluppa organicamente e rivela diversi momenti magici. Per me, come ogni disco in cui suona, è come se fosse un disco di Bley. Le sue idee sono così lucide e forti che governano tutta la musica.
06. Lee Konitz with Space Jazz Trio - Blew (Philology - 1988).
Grande session. Konitz è sempre eccezionale, ma con questo trio suona particolarmente ispirato e rilassato. E Pieranunzi è perfetto sia in fase di accompagnamento che in fase solistica. Fresco e swingante.
07. Tisziji Munoz - Love at First Sound (Anami - 2006).
E' jazz spirituale, quel tipo di musica che cerca di lavare via forme, stili, pensieri e va dritta alla sorgente della musica, lo spirito. Un ascolto non facile, ma aiuta a risvegliarsi!
08. Greg Burk - The Way In (482 Music - 2006). Potrei sembrare vanitoso, ma ascolto abbastanza i miei dischi. Lo trovo una parte importante dell’apprendimento e dello sviluppo delle mie idee. Questa registrazione è stata fatta tre anni fa a Boston e come ogni sguardo al passato ti aiuta a comprendere dove tu fossi allora e in quale direzione ti stia muovendo ora.
09. Pigmi Field Recordings. E’ una collezione di dischi che mi è stata data da uno studente. Non so nulla di queste registrazioni ma mi piacciono molto perché il groove è sorprendente e il canto manda brividi lungo la spina dorsale. Tempo fa, per circa due anni, ho smesso di ascoltare dischi jazz e ascoltavo solo questo tipo di musica.
10. John Coltrane - Dear Old Stockholm (Impulse - 1963).
Questo è sempre stato uno dei miei dischi preferiti di Coltrane e non mi stanco mai di ascoltarlo. Roy Haines sostituisce Elvin Jones e forse è proprio questo che lo rende inusuale. Amo Elvin ma sentire Trane e Haynes duettare l’uno con l’altro è elettrizzante! E poi c’è spazio per splendide ballads come “After the Rain“.
Foto di Michael Manning
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