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Giovanni Falzone: Maria Callas in jazz - La Voce del Suono
ByCi vuole coraggio, forse anche un pizzico di follia per organizzare un concerto jazz proprio in un momento in cui la città di Milano è letteralmente inondata dai concerti della rassegna MiTo. Ma il coraggio e la follia sono qualità che ci piacciono, e che vanno premiate. Soprattutto quando portano ottimi frutti, come questo concerto del quartetto del trombettista Giovanni Falzone (Francesco Pinetti al vibrafono, Tito Mangialajo al contrabbasso, Ferdinando Faraò alla batteria), incentrato sul repertorio di Maria Callas, e dunque su arie d'opera per soprano.
Un repertorio inconsueto per il quartetto di Falzone, non solo in quanto operistico, ma soprattutto perchè il nostro è solito cimentarsi con materiale di sua composizione. Qui invece, partendo dalle incisioni della Callas (e dunque, indirettamente, da alcune immortali melodie) il lavoro di Falzone si è soprattutto focalizzato sulla trascrizione, l'arrangiamento per quartetto, l'alterazione delle armonie originarie per conferire alla musica un colore più jazzistico.
Il risultato è una musica che si prende parecchie libertà, ma sempre rispettosa della partitura originale. Il quartetto si diverte, vagando su grintosi pedali, a tratti abbandonandosi a momenti di estrema libertà, arrivando a permeare persino gli echi spagnoli della Carmen di Bizet, su cui era incentrata la seconda parte del concerto, di una forte venatura blues.
La melodia è però quasi sempre mantenuta intatta, nella sua purezza e perfezione. Del resto, sarebbe presuntuoso, velleitario, pensare di “migliorare” la linea melodica di Vissi D'Arte, oppure di Casta Diva. Meglio attenersi, come ha intelligentemente fatto il quartetto, all'idea originaria del compositore, sottolineandone in sede armonica le eventuali inclinazioni jazzistiche. Come negare, ad esempio, un'intenzione jazzistica - inconsapevole ma assai presente - in Puccini?
Ed è allora proprio con Puccini, e con la sua struggente E Lucevan Le Stelle interpretata da Falzone con la sordina, che si conclude il concerto. Un omaggio ad un altro grande della lirica (Luciano Pavarotti) che è recentemente scomparso lasciando un vuoto artistico incolmabile.
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