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Gent Jazz Festival (7-18 luglio 2010)

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In un Paese, il Belgio, poco più grande della nostra Sicilia il Gent Jazz Festival ha una risonanza a carattere internazionale. Già le precedenti edizioni (leggi la recensione delle edizioni 2008 e 2009) lo avevano imposto all'attenzione del gran pubblico europeo per la qualità dei musicisti ospitati, ma anche per l'ottima organizzazione della kermesse: avevamo più volte notato e scritto di come e quanto la macchina logistica che muove tutto il festival fosse impeccabile.

Raramente c'era capitato di assistere a così lunghe manifestazioni senza annotare pecche, mancanze e problemi più o meno gravi. Invece, nella ridente e elegante cittadina, capoluogo delle Fiandre orientali, tutto sembra per incanto essere sospeso in un limbo di perfezione e precisione che non può che destare ammirazione. Così come destano stupore le gigantesche tendo strutture montate all'occorrenza presso il Bijloke e che sembrano stage portatili per tutte le occasioni e le stagioni due anni fa si scatenò quasi una tempesta durante l'esibizione di Pat Metheny senza che il pubblico fosse minimamente impensierito.

Anche quest'anno il programma è ricco e fitto: tante sono le presenze di alto profilo artistico. L'idea che muove la manifestazione è sempre uguale. Nella prima parte, a partire dal 7 luglio e fino all'11, predomina il jazz per così dire più ortodosso. Anche se non mancano le incursioni nel mondo patinato del pop.

Ecco perché, accanto a mostri sacri della musica afroamericana per eccellenza (Ornette Coleman su tutti) spuntano i nomi di artisti più abituati ai clamori dello star system. Evento nell'evento è senza dubbio il concerto di Norah Jones previsto proprio nel giorno di apertura del festival. Prima dell'esibizione dell'artista statunitense, prevista per le 22 e 30, si esibiranno alle 18 e 30 i giovani talenti del trio belga De Beren Gieren, vincitore del Young Jazz Talent Competition, una competizione organizzata a margine del Gent Jazz Festival per dare voce alle espressioni future del jazz nazionale belga. Seguirà il tributo a Django Reinhardt per le celebrazioni del centenario.

La seconda giornata, 8 luglio, ruota attorno al grande altosassofonista statunitense Coleman. A 80 anni è forse l'ultimo gigante di una stagione jazzistica irripetibile. Prima del concerto clou, si esibiranno, tra gli altri, gli italiani Salvatore Bonafede e Manolo Cabras che in compagnia di Pierre Vaiana immergeranno il pubblico belga negli "Itinerari siciliani".

Nelle successive tre giornate si avvicenderanno la Freedom Band (Chick Corea, Roy Haynes, Christian McBride & Kenny Garrett), Toots Thielemans e Pat Metheny (un gradito ritorno quello del chitarrista a Gent che si potrà ancor di più apprezzare in compagnia, tra gli altri, del suo fido tastierista, Lyle Mays). Sempre da antipasto per i grandi eventi notturni, si esibiranno artisti conosciuti (Stanley Clarke Band) e meno famosi (tra gli altri, i Jungle Boldie, i radioKUKAorkest).

Dopo tre giorni di pausa, il festival riprende il 15 luglio con la parte più aperta ai percorsi di derivazione stilistica e commistioni musicali. Si riparte con la bossa intramontabile di Gilberto Gil. Si prosegue con le sperimentazioni della Cinematic Orchestra e le manipolazioni dance del duo Kruder & Dorfmeister (entrambi i concerti previsti il 16 luglio).

La penultima giornata è ancora più spregiudicata e sarà caratterizzata dalla soul music e dallo ska. Protagonisti, da un lato i Root, dall'altro il redivivo Gil Scott Heron e per finire gli intramontabili Madness.

Il 18 luglio sarebbe stata la serata dedicata a Daniel Lanois se il produttore e musicista non fosse stato protagonista di un grave incidente. Lo sostituirà la musicista originaria proprio di Gent, Trixie Whitley, che presenterà il suo Special Project. Prima, nel tardo pomeriggio, sarà di scena il chitarrista statunitense Joe Bonamassa che la rivista Guitar Magazine ha già definito "il nuovo re del blues".


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