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Francesco Diodati "Neko"

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Casa del Jazz - Roma - 20.02.2010

Francesco Diodati è il prototipo del jazzista moderno: dotato tecnicamente; musicalmente colto; voglioso di migliorarsi attraverso lo scambio di informazioni con musicisti altrettanto preparati, e in grado di guardare al futuro attraverso l'intreccio incondizionato di generi e stili.

Questo è emerso dalla performance dello scorso 20 febbraio alla Casa del Jazz di Roma, dove il giovane chitarrista capitolino ha condotto il suo quartetto, denominato Neko, con fare discreto, ma determinato. Un set di poco più di un'ora dove abbiamo assistito a un ampio raggio di soluzioni melodiche - da soffuse movenze di una ballad ad impennate degne di una rock band in serata di grazia -, e a un continuo divenire ritmico, dal pianissimo vicino all'immobilità fino a episodi tirati al massimo delle battute.

I Neko hanno presentato buona parte del repertorio tratto da Purple Bra, il loro disco d'esordio per la Auand Records, alcune composizioni nuove in fase di messa a punto e l'intensa rilettura di "So Real" di Jeff Buckely, più che mai scura e fatale.

Diodati - sorriso sotto i baffi, Gibson affilata e capello bohémien - è un leader funzionale. Spesso i suoi interventi raccordano il sax di Francesco Bigoni con la sezione ritmica, non ritagliandosi mai spazi solistici che non siano in rapporto con una sterzata melodica o che non servano da chiave per aprire una nuova direzione. Al suo fianco Bigoni si conferma musicista di ottima levatura, con un timbro personale e un controllo definito delle dinamiche, sia nel registro medio alto che nei momenti in cui è chiamato ad emettere note appena accennate.

Meritano un elogio anche Francesco Ponticelli al contrabbasso e Ermanno Baron alla batteria perché, alle prese con una musica che non rimane mai ferma su se stessa, bene interpretano un copione tutt'altro che scontato.

Alla fine di una serata riuscita appieno, dove i Neko hanno dimostrato con fermezza tutto il loro valore, sul volto dei quattro ragazzi affiorano sguardi d'intesa e sorrisi mal celati, che si traducono in piena consapevolezza delle proprie possibilità.

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