Brian Landrus, Fred Hersch, Drew Gress, Billy Hart: For Now

Due anni dopo il sontuoso progetto orchestrale pubblicato nell'album Generations (Blueland 2018) il compositore e multistrumentista allievo di Bob Brookmeyer, è tornato a incidere con un piccolo organico, aperto a suggestioni cameristiche (con l'aggiunta di un quartetto d'archi) o di taglio neo-bop (con il trombettista Michael Rodriguez).

Quand'era adolescente Brian Landrus era una testa calda, il peggiore della scuola, sempre pronto a picchiarsi coi coetanei. Poi il jazz l'ha molto cambiato e risulta difficile crederlo oggi, di fronte al suo sguardo da gigante buono e alla musica propone. Nella scelta tra un jazz di forte tensione espressionista ed uno ricercato e rassicurante, Landrus ha sempre preferito quest'ultimo e nel suo decimo album da leader non si smentisce.

For Now presenta un modern mainstream ricercato e splendidamente eseguito con un quartetto base stellare, comprendente Fred Hersch al pianoforte, Drew Gress al contrabbasso e Billy Hart alla batteria. Nel quartetto d'archi dobbiamo citare la significativa presenza di Sara Caswell al violino.

Ricercatezza e propensione per atmosfere Cool non significa ovviamente una musica scontata: le dieci composizioni originali del leader, i flessuosi arrangiamenti (scritti col concorso di Robert Aldridge) e gli interventi solisti regalano brani squisiti, in un percorso comunque vario.

Tra i molti strumenti che suona Landrus eccelle al sax baritono e al clarinetto basso, che usa per caratterizzare i due temi di Monk e "Invitation" di Bronislaw Kaper. In particolare di "'Round Midnight" offre un'intensa esecuzione in solo al clarinetto basso. Momenti radiosi ("The Miss"—con un pregevole assolo di Hersch—o "The Night of Change" con Landrus al flauto) fluiscono con altri gustosamente rievocativi (i boppistici "JJ" e "The Signs" col frizzante Rodriguez in evidenza) per un album tutto da godere.

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