Jeremy Siskind: Finger-Songwriter

In questo lavoro ritroviamo la propensione verso climi cantabili, spesso coniugati alla forma canzone ma il progetto è finalmente coerente e caratterizzato da reminiscenze tradizionali (il jazz pre-boppistico, il song da film-noir).

Una relazione con l'analoga passione di Ran Blake espressa nel celebre disco Film Noir è d'obbligo ma qui le composizioni sono tutte originali e la musica di Siskind non ha il taglio allucinato di quel geniale interprete, preferendo un evocativo e radioso percorso della memoria, ricco di sottili suggestioni melodiche.

Laureato alla Columbia University in letteratura inglese con una tesi sui legami tra musica e parole nei song, il pianista ha scelto, rielaborato e musicato alcuni testi letterari, affidandone l'interpretazione alla bella voce di Nancy Harms. Ogni brano del disco riporta infatti lo scrittore o il poeta di riferimento, da Jack Kerouac e Jorge Luis Borges.

"L'album si chiama così - dice Siskind - per sottolineare la fusione tra il cantante e il compositore in una singola essenza, consentendo un'apertura emotiva che non sempre troviamo nel jazz". La vocalità nebbiosa e anemica della Harms offre un contributo significativo grazie alla duttile definizione espressiva: sa passare da momenti spigliati ("The Inevitable Letdown") ad altri malinconici ed evanescenti in cui rammenta il chiarore nordico di Norma Winstone ("Aubade," "Vanished Music, Twilit Water").

Altri momenti da sottolineare sono il cameristico piano solo di "More Mist than Moon," il nostalgico brano d'apertura "One Art" o il cantabile "What Is that Feeling?" dove il sassofonista Lucas Pino evidenzia il caldo timbro alla Zoot Sims.

Un disco raffinato e ricco di sottigliezze, dove ricerca intellettuale e lirismo trovano affascinanti connubi.

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