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Ernst Reijseger
È sempre sorprendente assistere a uno spettacolo in solitudine di Ernst Reijseger (clicca qui per leggere la recensione del suo recente CD Do You Still), violoncellista olandese dalle esplosive capacità improvvisative e dalla presenza scenica degna del suo connazionale Han Bennink - con il quale ha mille volte collaborato e con cui dette vita al mitico Clusone Trio.
Lo è forse di più quando, come in questa occasione al Pinocchio di Firenze, lo spettacolo si svolge dentro un club, nel quale gli spazi sono ristretti e un violoncello solo non è esattamente di casa...
Tanto poco lo è, che Reijseger ha dovuto inizialmente far spazio alle lievi sonorità delle corde del suo strumento tra i rumori dei tavolini e dei camerieri. Lo ha fatto a suo modo, balzando teatralmente incontro al pubblico con mimica di pietra, scatenando lo strumento in una breve furiosa improvvisazione: spiegando cioè che era richiesta attenzione, club o non club (ed infatti al secondo set il bar è stato chiuso...).
Piccoli incidenti risolti con sarcasmo, all’interno di un concerto che ha offerto molto, pur restandosene tutto sommato piuttosto lontano dal jazz: rari infatti i momenti in cui si potesse far riferimento in qualche senso alla tradizione del genere, quasi generalizzata l’improvvisazione totale, con punte estreme nelle due laboriose - ma ben riuscite - “passeggiate” tra i tavoli del musicista con il violoncello al collo (grazie ad un ingegnoso quanto acrobatico supporto di gomma).
Tranne un paio di brani, più tradizionali e nei quali ha dato spazio al calore del suono del violoncello, Reijseger ha imperniato il concerto ben più sulle sue straordinarie capacità tecniche che sulla “pura musica”, ora eseguendo progressioni improvvisate dal più che “pianissimo” al magmatico “fortissimo”, ora usando lo strumento quasi fosse una chitarra, ora percuotendolo e persino trascinandolo sul palco (e sul pavimento del locale).
Cose che, di solito, si rubricano tra gli eccessi di esibizionismo delle avanguardie, ma che nel suo caso - grazie forse alla sua inventiva, forse alla sua esperienza in questo genere di performance - sono viceversa fonte di autentico piacere e strappano sinceri applausi. Anche a un pubblico come quello di un club, che infatti ha per lunghi tratti apprezzato moltissimo e richiesto ben due bis.
Foto di Claudio Casanova
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