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Sylvie Courvoisier Trio: Double Windsor
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I dieci minuti dell'iniziale title-track valgono da soli il prezzo del biglietto. Non che il resto dello spettacolo sia di secondo piano, ma è in quell'inizio folgorante che riusciamo a cogliere al meglio l'originale vis poetica di Sylvie Courvoisier, pianista di origini svizzere da anni trapiantata a New York.
C'è un ostinato sui registri bassi che detta i tempi, certamente, ma è molto di più, perché diventa a sua volta melodia martellante, presenza carsica che affiora e si inabissa in maniera imprevedibile, e quando meno te lo aspetti eccolo li, rassicurante o inquietante a seconda del attimo fuggente. C'è la mano destra che su questo ben di Dio costruisce un mondo fatto di accelerazioni, improvvisi stop and go, trilli acutissimi, dinamiche violentate, squarci poetici di derivazione accademica.
C'è il contrabbasso di Drew Gress, poderosamente metronomico quando necessario, delicato e sognante quando archettato, fondamentale nel dare concretezza alle fughe della pianista. E c'è la batteria di Kenny Wollesen, mobilissima e leggera, meravigliosa nel sollecitare in punta di piedi e creare le condizioni ideali alle improvvisazioni della leader. Dieci minuti in cui è raccontato un mondo, fluidi e variegati come una suite, potenti e maestosi coma una sinfonia.
Poi... altre otto miniature -a prescindere dalla durata, spesso consistente, come nell'astratta ballad "Pendulum." Frammenti di un'idea, dallo sviluppo tutt'altro che canonico come nello stile della leader, abile nel scivolare da una visione sonora all'altra, a tratti geniale nel combinare l'approccio classico allo strumento con l'uso del pianoforte preparato. Dopo anni di corteggiamento John Zorn è riuscito a far incidere per la sua etichetta il trio della Courvoisier, speriamo non ne passino altrettanti per poter ascoltare la seconda prova di questo splendido ensemble.
C'è un ostinato sui registri bassi che detta i tempi, certamente, ma è molto di più, perché diventa a sua volta melodia martellante, presenza carsica che affiora e si inabissa in maniera imprevedibile, e quando meno te lo aspetti eccolo li, rassicurante o inquietante a seconda del attimo fuggente. C'è la mano destra che su questo ben di Dio costruisce un mondo fatto di accelerazioni, improvvisi stop and go, trilli acutissimi, dinamiche violentate, squarci poetici di derivazione accademica.
C'è il contrabbasso di Drew Gress, poderosamente metronomico quando necessario, delicato e sognante quando archettato, fondamentale nel dare concretezza alle fughe della pianista. E c'è la batteria di Kenny Wollesen, mobilissima e leggera, meravigliosa nel sollecitare in punta di piedi e creare le condizioni ideali alle improvvisazioni della leader. Dieci minuti in cui è raccontato un mondo, fluidi e variegati come una suite, potenti e maestosi coma una sinfonia.
Poi... altre otto miniature -a prescindere dalla durata, spesso consistente, come nell'astratta ballad "Pendulum." Frammenti di un'idea, dallo sviluppo tutt'altro che canonico come nello stile della leader, abile nel scivolare da una visione sonora all'altra, a tratti geniale nel combinare l'approccio classico allo strumento con l'uso del pianoforte preparato. Dopo anni di corteggiamento John Zorn è riuscito a far incidere per la sua etichetta il trio della Courvoisier, speriamo non ne passino altrettanti per poter ascoltare la seconda prova di questo splendido ensemble.
Track Listing
Double Windsor; The Charlier Cut; Downward Dog; Pendulum; La Cigale; Inscordatura; Corto; October 08; To Fly To Steal
Personnel
Sylvie Courvoisier
pianoSylvie Courvoisier: piano; Drew Gress: double-bass; Kenny Wollesen: drums
Album information
Title: Double Windsor | Year Released: 2014 | Record Label: Tzadik
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About Sylvie Courvoisier
Instrument: Piano
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