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Dimensione Ensemble

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L'idea di questo progetto intitolato Dimensione Ensemble nasce da ascolti, letture e chiacchierate stimolanti con singoli musicisti, ossia da una costruzione quasi ventennale di pratica dell'ascolto della musica contemporanea, preferendo la sua dimensione collettiva, ossia quella dell'ensemble. Allo stesso tempo, nasce anche da una sensazione, che nel corso dell'avanzare dei lavori si è fatta sempre più tragica consapevolezza, che lo stato dell'arte per quanto riguarda quest'ambito del fare musica sia un riflesso di quanto si vive in Italia su più larga scala: stesse ricchezze, stesse contraddizioni, stessa qualità di meriti nelle singole realtà, stesse deficienze o abbandoni istituzionali, stesse logoranti fatiche, stessi motivanti entusiasmi, stesse potenzialità, stesse difficoltà. Uno scenario che ha i contorni di una bilancia, disegnata nei soli toni chiari e scuri, colma di contraddizioni, che non riesce a trovare punti di equilibrio necessari per quanti fanno della musica contemporanea un lavoro e che, per alcuni versi, pare addirittura ad un punto dalla rottura. Ad un punto, già.

Con Dimensione Ensemble vogliamo fare un passo indietro. Capire quali spazi vitali esistano prima dell'eventuale rottura. Ad punto, che deve essere aperto e di discussione. Un passo prima della crisi, insomma, per aprire una breccia, ragionare a mente sgombra su un terreno complesso e delicato dove si intrecciano rapporti con le istituzioni, i conservatori, le scuole, i teatri, i festival, le rassegne, le case discografiche, ma spesso anche dimensioni ancora più piccole e marginali e non per questo meno importanti.

È evidente ai più che la musica contemporanea in Italia soffre di mali incurabili. Mali istituzionali che si ripercuotono a tutti i livelli, da chi la fa a chi l'ascolta, la pratica, la crea, la diffonde, la sostiene. Ma non solo. Soffre sempre più dolorosamente di un abbandono a se stessa. Sempre più monade, pare essere obbligata a prosciugare di giorno in giorno quella linfa vitale - che è costituiva di un soggetto collegiale e collettivo quale è l'ensemble - che è la pratica della musica in forma quotidiana, condivisa e allargata. E questa morte lenta non avviene per volontà propria, ma per tragica condizione ambientale. Tutto questo ha imposto la necessità di una riflessione più approfondita su una realtà che, nelle pagine di All About Jazz Italia, è stata fino ad ora documentata, anche se non sempre con la dovuta sistematicità [per una prima riflessione sul tema leggi l'intervista a Claudio Lugo Lavorare per importare pensiero].

Consapevole che il web offra l'opportunità preziosa di arrivare a molti, arrivare anche con tempi diversi da quelli della cronaca, forse in modo fortuito e trasversale, togliendosi dai "circoli degli addetti ai lavori" e allargando così i propri e altrui orizzonti, pensiamo che appunto questa sia la sede opportuna per presentare un progetto di tal genere. Una rivista di jazz è poi terreno fertile e amico per parlare di musica contemporanea anche in virtù della varietà di approcci (incursioni e intrecci con il jazz più vivace e sperimentale, con l'improvvisazione tout court, l'elettronica, con varie arti performative e il teatro musicale) che hanno la stragrande parte delle formazioni coinvolte a parteciparvi.

Dimensione Ensemble si vorrebbe configurare al tempo stesso come un approfondimento, ma anche un'inchiesta che sarà pubblicata a puntate, uscendo con una periodicità fissa fino a che i materiali raccolti lo consentiranno. Poche pretese sensazionalistiche, se non quelle di documentare, informare e raccontare ai lettori del web cosa bolle in pentola negli ensemble che si occupano di musica contemporanea in Italia. Dunque non solo informazione, ma anche riflessioni. A partire da una serie di interviste e conversazioni con i membri o direttori d'ensemble che hanno voluto aderire al progetto, con recensioni di eventuali lavori o scritti recenti (reputati significativi per la comprensione degli stessi ensemble), ci proponiamo di dare spazio a ciascuna formazione trasformando queste pagine in un microfono aperto, insomma.

A tutti coloro che hanno deciso di partecipare abbiamo sottoposto lo stesso schema d'intervista con una serie di domande fisse comuni (nella volontà di risposta di ciascuno, sia chiaro), insieme ad altre domande mirate, in modo tale da consentire a tutti di contribuire ad una discussione che vuole essere al tempo stesso allargata su alcuni temi musicali ed extra-musicali di interesse comune, ma anche specifica sulle individualità di percorsi e progetti. Nell'intento di restituire prima di tutto una fotografia che sia il più possibile aderente alla realtà, abbiamo deciso di partire dal mezzo più "diretto" e "reale" a disposizione, ossia l'intervista, per lavorare in un secondo tempo più nel dettaglio e in forma più critica. L'insieme di tutte queste interviste e recensioni delineerà, speriamo, i contorni e l'anima dei corpi di questi soggetti molteplici costituendo in un futuro il punto di partenza per ulteriori riflessioni che vorrei fossero più strutturate. Dunque, a fine progetto, un articolo in cui sintetizzare i nuovi dati raccolti, le riflessioni e le suggestioni dei protagonisti.

Va detto che l'idea e le motivazioni di questo progetto si ritrovano in altre iniziative già fatte anche nel più recente passato.

Nel 2008 usciva il Libro bianco sulla diffusione della musica contemporanea in Italia a cura di Claudio Lugo, Michela Giovannelli, Biagio Guerrera, Alessandra Sciabica. Un progetto di R.iT.M.O. (Rete Italiana Musicisti Organizzati), realizzato dalla fondazione Cemat, che si delineava come un vero e proprio state of the art imprescindibile nella riflessione sulla musica contemporanea in Italia. Nato fondamentalmente da una ricerca sul terreno senza eguali in questo ambito musicale, il Libro bianco si proponeva "di far emergere la passione, la competenza, la necessità di esprimersi e anche lo spirito di servizio che animano centinaia di musicisti e autori nel nostro Paese". Il lavoro condotto intorno alla sigla R.It.M.O. è stato, infatti, quello di raccogliere informazioni sulle singole realtà degli ensemble operanti a vari livelli e in diversi contesti in Italia e, a partire da dati e notizie raccolti in singole "schede," cercare di creare poi strumenti per "fare sistema".

Molte riflessioni e preoccupazioni delineate nella parte dei "testi" devono essere considerati punti di riflessione fondamentali per ragionare intorno al futuro della musica contemporanea. In particolare il contributo di Guido Barbieri, "La casa (matta) della musica contemporanea italiana" (in: Libro bianco, pp. 383-386), ci è parso un valido punto di partenza nell'individuare in forma stratigrafica "tre caratteri ben distinti che si possono cogliere ad occhio nudo" che delineano il panorama di soggetti operanti nella diffusione della musica contemporanea in Italia. Li cito esattamente come vengono presentati da Barbieri, facendo queste definizioni in parte anche le mie "linee guida" nell'individuare i soggetti di Dimensione Ensemble:

1) "il primo strato è costituito dall'attività dei centri di ricerca e produzione [come ad es. Agon, Tempo Reale, Edison Studio, GRIM] che rappresentano la vera e propria eccellenza in campo europeo e che possiedono un ruolo qualitativo ben più esteso delle dimensioni puramente quantitative della loro attività" (p. 385);

2) "il secondo strato è abitato da una autentica novità nel panorama della musica italiana: il lavoro capillare e intenso svolto con sempre maggiore e creatività e inventiva, in quest'ultimo decennio, dai gruppi e dagli ensemble "specializzati" nel repertorio contemporaneo" ... "I nomi sono troppi ...ma ensemble come Algoritmo, Alter Ego, Ars Ludi, Divertimento Ensemble, Ex Novo, FontanaMIX, Freon, Icarus, Logos, Nextime, Rive Gauche, Risognanze, Sentieri Selvaggi e molti altri non si limitano più a riproporre meri programmi da concerto ma mettono a punto veri e propri progetti complessi, a volte di carattere pluriennale e spesso estranei al main stream della contemporary music internazionale" (p. 385);

3) "il terzo strato della faglia di resistenza è costituito infine da tutte quelle microesperienze, a volte limitate ad un solo progetto o a esperienze di breve esperienza, che hanno per protagonista un attore del tutto nuovo nello scacchiere della vita musicale italiana: la provincia" ... "i casi di M.Ar.E. a Bari, di Dissonanzen e Scatola Sonora a Napoli, di Curva Minore e iXem a Palermo, di Sicilian Soundscapes o di TiconZero a Cagliari sono certamente isolati, ma possiedono un fortissimo significato simbolico"(p. 385).

Per concludere e lasciare la parola ai protagonisti, Dimensione Ensemble si concentrerà in particolare sugli due ultimi "strati," i più sotterranei o maggiormente vicini a quel sottobosco creativo, interessante e vivace nel quale più forte è la voglia di fare sistema per non soccombere. Ma noi siamo sempre un punto prima, quando e dove c'è ancora molto fermento, musica, suoni, insieme...

Partiamo con una intervista a Sandro Gorli del Divertimento Ensemble.

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