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Dhafer Youssef
ByTra i tanti musicisti contemporanei in attività, il tunisino Dhafer Youssef è sicuramente uno di quelli che più merita l'appellativo di globale. Nella sua musica, testimoniata da alcune incisioni a suo nome e numerose collaborazioni, confluiscono svariate influenze e espressioni di diverse culture, amalgamate e rielaborate fino a renderle nuove e originali. In questo Youssef è aiutato dalla sua straordinaria capacità di accompagnarsi a musicisti di qualsiasi nazionalità, dal mediterraneo e solare Paolo Fresu al glaciale e nordico Eivind Aarset, entrambi artisti che ha avuto a lungo al proprio fianco (anche insieme).
Il concerto romano è stata l'unica tappa italiana del suo tour europeo, nel corso del quale ha presentato il nuovo album appena pubblicato Abu Nawas Rhapsody in compagnia del quartetto con cui l'ha inciso, formazione comprendente l'americano Mark Guiliana alla batteria, il canadese (ma residente a Parigi) Chris Jennings al contrabbasso, e soprattutto il giovane pianista armeno Tigran Hamasyan, da molti già indicato come uno dei astri nascenti del pianoforte jazz. In lui Youssef sembra avere il partner ideale per la sua personale sintesi tra oriente e occidente, che trova ora un'espressione più matura e compiuta ponendosi in un contesto di jazz acustico ben più netto e definito che in passato.
Al pianista sono lasciati ampi spazi solistici, che riempie con estro e brillantezza legittimando le opinioni positive sul suo talento, mentre Youssef riserva il suo oud all'esposizione dei temi e qualche breve intermezzo, limitando le sortite strumentali e dedicandosi prevalentemente alla voce. Il suo timbro acuto e penetrante, sostenuto da un'emissione potente ma flessibile, rimane il suo marchio più caratteristico, che sa sfruttare in maniera fortemente espressiva. La ritmica svolge il suo compito con compattezza e precisione, alle prese con ritmi complessi e tempi mutevoli. Youssef si dimostra inoltre anche intrattenitore abile e carismatico dialogando (in italiano) col pubblico conquistato dal calore e dalla simpatia di un artista veramente universale.
Foto, di repertorio, di Emiliano Neri
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