Maciek Pysz, Daniele Di Bonaventura: Coming Home

Undici brani, tutti di pugno dei due firmatari del disco, compongono questo elegante dialogo fra il bandoneon (nonché il pianoforte, anche con una certa generosità) del marchigiano Daniele di Bonaventura e la chitarra (per lo più acustica) del polacco Maciek Pysz (in realtà ormai da una buona quindicina d'anni londinese d'adozione).

Si parte con "Lights," di Pysz, ideale biglietto da visita per l'intero CD, che prosegue, limitandoci agli episodi più significativi, con "Nadir" (Di Bonaventura), in cui affiora quella soffice danzabilità che attraverserà (fisiologicamente, viene da dire) svariati dei successivi episodi dell'album, per proseguire col raffinatissimo (altra costante del lavoro) "Streets," ancora di Pysz, il pianistico "Tango" e quello che è con tutta probabilità l'apice del CD, "Paquito," l'uno e l'altro targati Di Bonaventura, il cui bandoneon rappresenta l'autentica cornucopia che impreziosisce il disco, con la chitarra a lavorare di sponda con estrema misura, inventiva e buon gusto.

I restanti brani ripercorrono sentieri analoghi, sempre di più che apprezzabile fattura, tranne se vogliamo proprio la titletrack, a conti fatti un po' generica e dispersiva, a conclusione di un album peraltro assolutamente delizioso e godibile.

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