Home » Articoli » Live Review » Barry Guy e Maya Homburger a Parma Jazz Frontiere

1

Barry Guy e Maya Homburger a Parma Jazz Frontiere

Barry Guy e Maya Homburger a Parma Jazz Frontiere

Courtesy Elisa Magnoni

By

View read count
Barry Guy—Maya Homburger
Ape Parma Museo
Parma Jazz Frontiere 2025 -"Una stanza per Caterina"
12 ottobre 2025

Possono passare anni, decenni senza avere l'occasione di ascoltare dal vivo un personaggio unico come Barry Guy. Quest'anno, in Italia, mi è capitato di incontrare in due diversi appuntamenti lo straordinario compositore, contrabbassista e performer britannico. Se in marzo, al festival di Bergamo, il collaudato duo con la pianista catalana Jordina Millà ha profuso un'improvvisazione tesissima in un rapporto di istantaneo interplay, a Parma si è replicato l'ancor più stretto rapporto con la violinista Maya Homburger, sua compagna nella vita, perlustrando la profonda relazione e compenetrazione fra l'interpretazione di composizioni del repertorio "classico" e un'immancabile, vivificante improvvisazione.

La prima partecipazione a Parma Jazz Frontiere dei due musicisti risale al 2007, quando hanno inaugurato l'evento "Una stanza per Caterina," un appuntamento che da allora si è ripetuto ogni anno, dedicato alla memoria di Caterina Dallara, appassionata e mecenate del festival parmense. Quest'anno, trentennale del Festival, il direttore artistico Roberto Bonati ha rinnovato loro l'invito, inserendo la performance all'interno della stessa rassegna dedicata a Caterina. Il concerto è stato ospitato nell'Auditorium dell'Ape Parma Museo, un'istituzione attiva dal 2018 soprattutto, ma non solo, nell'ambito dell'arte visiva. Per l'occasione il duo ha proposto un excursus a zig zag nella musica europea, prendendo le mosse da un inno sacro del IX secolo per giungere a composizioni di musica contemporanea dello stesso Guy, passando da temi di Heinrich Ignaz Franz von Biber, György Kurtág e Johann Sebastian Bach: il tutto senza interruzioni, collegato in un flusso continuo se non includendo qualche irrefrenabile applauso del pubblico. Certo è che le composizioni, ben caratterizzate e non soltanto un pretesto, sono state inverate dall'interpretazione, dall'improvvisazione e dall'interplay, che le hanno tradotte in un movimentato percorso strutturale, sonoro, emozionale.

Se l'esposizione dei temi di Biber e Bach è stata per lo più a carico della violinista, a suo agio nel repertorio barocco e dotata di un piglio severo e rigoroso, ora solenne ora leggiadro, sempre sobrio e senza fronzoli, le brevi composizioni di Kurtág si sono basate su impianti spigolosi e categorici, intrecciati dall'unanime simultaneità dei due strumentisti.

Le composizioni del settantottenne Guy invece—Five for Anja per violino e contrabbasso, Peace Piece e Five Fizzles for S.B. per contrabbasso solo—hanno sviluppato diversi moduli costitutivi e audaci architetture, anche contrapposte, dando corpo a un'esposizione solistica motivata da soluzioni tecnico-espressive di grande potenza. Nell'insieme della performance, il rapporto simbiotico fra i due interpreti ha innescato una coesione incondizionata, un ricorrente scambio di ruoli, una cieca dipendenza, tanto da rasentare talvolta quasi la routine. La parabola narrativa ha visto succedersi situazioni diversificate: enunciazioni austere, pensose sospensioni poetiche, spunti di malinconia, eccentriche deviazioni armonico-dinamiche, condensazioni di suono quasi rumoristiche, incalzanti, accalorate, affannose corse ritmiche...

Come bis è stato scelto un brano di Steve Lacy, in cui è risultato un po' spiazzante ascoltare l'angolosa ed enigmatica linea melodica dell'indimenticato sopranista resa piana ed essenziale nell'interpretazione dell'archetto della violinista, affiancata dal pertinente sostegno del partner.

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

Near

More

Popular

Read Aaron Parks Little Big in Hong Kong
Read Gary Bartz Is Nobody's Jazz Musician
Read Ledisi at The Royal Baths Park

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.