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Assif Tsahar: Tells Untold / Fragments
ByResidente a New York da una quindicina d'anni, Assif Tsahar si e' inserito autorevolmente nella fertile scena locale della musica improvvisata. Il 36enne sassofonista e polistrumentista israeliano vanta al suo attivo collaborazioni significative con William Parker (essendo infatti membro della Little Huey Creative Orchestra), Susie Ibarra, Hamid Drake, il compianto Peter Kowald, Cecil Taylor, Butch Morris e Cooper-Moore. Inoltre, si occupa della conduzione di collettivi quali Zoanthropic Orchestra, Brass Reeds e New York Underground Orchestra. Infine, ha fondato e gestisce una piccola ma agguerrita etichetta come la Hopscotch Records, soggetto senza fini di lucro puramente finalizzato alla salvaguardia dell'identita' artistica dei musicisti coinvolti.
Registrato nel giugno 2004, Tells Untold documenta il sodalizio con l'eclettico polistrumentista Cooper-Moore, originale creatore di strumenti e tecniche esecutive eterodosse. A livello di ispirazione ed identita' stilistica, l'atipico duo si colloca in un'area dell'improvvisazione che tiene conto tanto delle avanguardie jazzistiche, quanto di modalita' mutuate da altre culture. Gia' un brano come "Tribes Gathering" evoca, al di la' del titolo, evidenti richiami alla cultura africana. L'intreccio tra arpa, flauto, chitarra acustica e mouth bow (una bacchetta che Cooper-Moore sorregge con i denti sfregandola in vari punti con un archetto) genera una trama ipnotica, terreno fertile per le timbriche scure e legnose del clarinetto basso, suggerendo al tempo stesso - in virtu' del costante arpeggiato - una connessione con la funzione della kora nella musica tradizionale dell'Africa subsahariana.
La considerazione e' ulteriormente consolidata dall'ascolto di "Tells Untold", in continua oscillazione tra suggestioni etniche e free post-coltraniano. Nell'interazione col tenore la batteria riporta alla memoria Rashied Ali e Milford Graves, mentre il repertorio timbrico e' arricchito dallo shofar (il corno usato durante le cerimonie religiose ebraiche), dal muzmar (oboe mediorientale) e dalla mbira, il piano a pollici africano.
L'equilibrio tra componenti free ed etnica, tra iterazione ed improvvisazione, e' ben rappresentato anche dal dialogo tra tenore e sintetizzatore su "Another World Another Time". Il tenore, dai tratti talvolta affini ad Archie Shepp e David Murray, e' capace anche di un asciutto lirismo, come in "Oracles", dove le fasce sonore prodotte dal sintetizzatore ricordano il lavoro di Richard Teitelbaum con Anthony Braxton negli anni '70. Infine, Cooper-Moore riproduce attraverso il deedly-bo (un altro dei suoi strumenti costruiti artigianalmente) sonorita' affini ad un basso elettrico o ad una chitarra filtrata, degne dell'approccio corrosivo di un Eugene Chadbourne o di un Derek Bailey.
Assif Tsahar/New York Underground Orchestra Fragments Hopscotch 2004
Risalente sempre al giugno 2004, Fragments ritrae dal vivo l'originalissima New York Underground Orchestra, collettivo di ventuno elementi dalla fisionomia atipica: ben dieci archi (tre violini, tre violoncelli, due viole e due contrabbassi), due trombe, clarinetti, tre flauti piu' tuba, chitarra e percussioni. Fragments consiste nella successione di sedici frammenti, ognuno dei quali e' affidato ad un solista o ad una coppia di solisti, incaricato(i) di interagire con l'ensemble in esecuzioni che oscillano da un minimo di un minuto ad un massimo di sei abbondanti.
In virtu' del variegato impianto e dei continui cambi di ambientazione sonora si ha la sensazione di assistere ad una delle celebri conductions di Butch Morris. La composita ispirazione di Tsahar - qui impegnato esclusivamente nella conduzione - condensa organicamente una miriade di influenze: il Braxton compositore per ensemble allargati; il retaggio di esponenti dell'AACM (un nome su tutti: Leo Smith); le Sequenze di Berio; cellule melodiche dal gusto ora balcanico, ora orientale; l'applicazione dell'estetica free ad un collettivo di ampie proporzioni, a suo tempo realizzata in Europa dalla Globe Unity Orchestra; l'attenzione agli aspetti dinamici nella scrittura per strumenti a percussione tipica di autori come Xenakis e Tenney.
Negli interventi collettivi gli archi hanno una funzione determinante, di studiato e produttivo "disturbo", sia con il pizzicato che con l'archettato. La loro azione riflette pienamente la concezione orchestrale di Tsahar, improntata ad una scrittura largamente basata su segnali ed indicazioni di massima, e quindi pienamente orientata all'improvvisazione come autentica composizione estemporanea. Cio' garantisce al lavoro, meritevole di essere ascoltato con la massima concentrazione, il carattere di work in progress, di opera in continuo divenire, certamente mai uguale a se stessa.
Elenco dei brani e Musicisti Tells Untold Elenco dei brani: 01. The Eight (Tsahar-Cooper-Moore) - 4:36; 02. Tribes Gathering (Cooper-Moore) - 7:15; 03. Oracles (Tsahar-Cooper-Moore) - 5:48; 04. The Hunt (Cooper-Moore) - 3:13; 05. Tells Untold (Tsahar-Cooper-Moore) - 13:23; 06. Deviations (Tsahar-Cooper-Moore) - 4:28; 07. Forlorn (Tsahar) - 5:19; 08. Another World Another Time (Cooper-Moore) - 3:50; 09. The Procession (Tsahar) - 5:28. Musicisti: Assif Tsahar (sax tenore, clarinetto basso, chitarra, muzmar, piano a pollici); Cooper-Moore (batteria, arpa, flauto, sintetizzatore, ashimba, deedly-bo, mouth bow, twiner, shofar). Fragments Elenco dei brani: 01. First - 3:07; 02. Second - 1:44; 03. Third - 4:29; 04. Fourth - 3:25; 05. Fifth - 3:04; 06. Sixth - 0:59; 07. Seventh - 3.06; 08. Eighth- 1:07; 09. Ninth - 4:43; 10. Tenth - 2:30; 11. Eleventh - 2.56; 12. Twelfth - 2:17; 13. Thirteenth - 3:47; 14. Fourteenth - 3:33; 15. Fifteenth - 3:06; 16. Sixteenth - 6:12. Musicisti: Assif Tsahar (direzione); Philippa Thompson, Leanne Darling, Jana Andevska (violino); Lev Zhurbin, Jessica Pavone (viola); Loren Dempster, Gil Selinger, Audrey Chen (violoncello); Terence Murren, Todd Nicholson (contrabbasso); Nate Wooley, Sam Hoyt (tromba); Charles Waters (clarinetti); Natacha Diels, Leah Paul, Jecca Barry (flauto); Christopher Meeder (tuba); Mary Halvorson (chitarra); Tatsuya Nakatani (batteria).
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