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Thomas Morgan: Around You Is A Forest

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Il valore, la sensibilità e la duttilità musicale di Thomas Morgan lo ha portato a essere uno dei contrabbassisti maggiormente richiesti della scena contemporanea. Ora, con questo lavoro, il primo a proprio nome dopo tanta attività nei contesti più differenti, documentata in una copiosa serie di album fondamentali del jazz contemporaneo, Morgan ha deciso di affermare la propria volontà nel tracciare un proprio disegno personale, per dare vita in qualche senso a un lavoro esemplare, che incontri pienamente le proprie intenzioni artistiche. E le esprima in modo profondo, ne trovi il peso specifico.

Il risultato è eccellente. La metafora della foresta declinata nel titolo Around You Is a Forest è senza dubbio tra le più adatte a descrivere questo lavoro. Indica moltitudine, intreccio di elementi, ramificazione, varietà di sfumature. Specifica che la foresta è viva tutta attorno, che si è come immersi nel suo affollamento intricato. Una calca brulicante originata in verità sempre da due cardini, le due personalità che si avvicendano in otto brani del disco, scelte tra musicisti di primissimo piano, con i quali Morgan ha avuto modo di collaborare in precedenza. In un caso, si tratta del poeta Gary Snyder, la cui voce compare nel brano di chiusura. La traccia che apre il disco è invece un dialogo di Morgan con se stesso, tra il contrabbasso e lo strumento altro, che innerva poi tutto il lavoro, chiamato WOODS dal musicista, da lui stesso ideato attraverso un programma elettronico. 

Le sue sonorità e articolazioni evocano il pizzicato arpeggiante di un liuto maghrebino o di un koto giapponese, ma anche l'intreccio poliritmico di una marimba africana. Il perno attorno al quale ruota tutto il lavoro è questo strumento di riverbero arcano, mediatore di lontananze e di molteplicità. A questo punto, è necessaria una precisazione. All'origine del lavoro di Morgan con il proprio strumento virtuale c'è un profondo ritmo interiore. Dunque, quanto di più lontano da intelligenze od ottusità artificiali. Qualcosa di pulsante, emotivo, legato alla vita con forti riferimenti alla ricchezza del mondo vegetale, appunto.

L'incontro con gli altri strumenti non dà luogo a veri e propri duetti come li intendiamo nella frequenza del jazz, con due strumenti che si palleggiano le battute di un discorso, improvvisando e lavorando su parti scritte. Non solo. Sono piuttosto costruzioni per più voci, perché molto spesso le sovraincisioni giungono a raddoppiare gli attori in scena, a sovrapporre, a mettere in contrappunto.

Ogni incontro, ogni brano rappresenta una storia a sé, come si può immaginare. C'è però un tenace filo logico e di ispirazione che unisce tutto e rende il lavoro coerente. Due polarità sono messe in relazione, in uno sviluppo dialettico, che cerca una sintesi attraverso un'idea comune alla quale tendere. "Trovare un terreno comune e poi ampliarlo ed esplorare insieme," come è espresso efficacemente dalle parole dello stesso autore.

Può essere l'idea espressa dal concetto medesimo del titolo dell'album: "Guarda. Attorno a te c'è una foresta. E ascolta." Può essere la presenza dello strumento virtuale di Morgan, che crea una sorta di sincronicità circolare in continua ondulazione e variazione, costantemente aggirata, elusa, scartata, smentita. Incastro giocoso, mistico, cerimoniale, poetico, onirico e razionale.

Come si diceva, nell'incipit del disco c'è l'unico brano in cui compare il contrabbasso, che traccia melodie di possente robustezza sull'arpeggiare del WOODS. Poi si entra nel vortice poliritmico del secondo brano, con la tabla reattiva di Dan Weiss. Un dialogo basato sulle percussioni che si ripropone in modo diverso nel quarto brano, "Through the Trees," il più lungo dell'album con i suoi sedici minuti, dove si allestisce un prodigioso intreccio con la batteria di Gerald Cleaver, ricchissimo di umori, sfumature, tensioni e distensioni, stimoli reciproci.

In mezzo, nel brano "Dream Sequence" (i titoli hanno sempre notevole forza evocatrice e ideale), l'armamentario denso di nuance di Craig Taborn, con organo Farfisa, tastiera Rhodes, sintetizzatori, suoni naturali. Che sprigiona forza allusiva e teatralità onirica. Ancora, un prodigio di mistero tra suoni ancestrali e bagliori ascetici è l'incontro con i flauti di Henry Threadgill. Con lui Morgan collaborò in modo pregnante nell'album Dirt... And More Dirt del 2018: una chicca da riascoltare.

Senza voler dimenticare le prove preganti con la tromba di Ambrose Akinmusire e con il sax alto di Immanuel Wilkins, vorremmo fissare ancora l'attenzione sul brano con Frisell, "Rising from the West." Con la sovrapposizione di chitarra elettrica (ed effetti) e acustica, si crea una narrazione di densità epica, su orizzonti vasti e screziati come praterie. In chiusura, la voce di Gary Snyder si adagia con suadente complicità sul tappeto dello strumento virtuale di Morgan, scandendo ancora i titoli emblematici dei brani che compongono questo lavoro di rara intimità e comunicazione. 

Album della settimana.

Track Listing

Around You Is A Forest; Eddies; Dream Sequence; Through The Trees; In The Dark; Assembly Of All Beings; Rising From The West; Murmuration; Here.

Personnel

Thomas Morgan
bass, acoustic
Dan Weiss
drums
Bill Frisell
guitar, electric
Immanuel Wilkins
saxophone, alto
Additional Instrumentation

Thomas Morgan: WOODS; Dan Weiss: tabla; Craig Taborn: Farfisa organ, Fender Rhodes, synthesizers, field recordings; Henry Threadgill: flute, bass flute; Bill Frisell: acoustic guitar; Gary Snyder: voice.

Album information

Title: Around You Is A Forest | Year Released: 2025 | Record Label: Loveland Records

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