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Anouar Brahem Quartet alla Elbphilharmonie di Amburgo

Courtesy Caterina di Perri
Elbphilharmonie, Laeiszhall
Amburgo
1 Maggio 2025
In occasione della pubblicazione del suo nuovo lavoro After the Last Sky il musicista tunisino suonatore di oud Anouar Brahem ha intrapreso un breve tour promozionale in alcune città europee, toccando Francia, Olanda, Germania, Svizzera e Belgio, in compagnia degli stessi musicisti con i quali ha registrato l'album, ovvero il contrabbassista Dave Holland, il pianista Django Bates e la violoncellista Anja Lechner. Ulteriori date (compresa una a Milano) sono previste in autunno, ma senza Holland che sarà sostituito da Mats Eilertsen.
Quello di Amburgo è il terzultimo concerto di questo tour, inserito nel ricco programma della Elbphilharmonie tra classica e jazz, e tenuto nella Laeiszhalle, una sala capace di 2000 posti inaugurata nel 1908 e ricca di storia. La sala ha ospitato musicisti e compositori come Richard Strauss, Sergei Prokofiev, Igor Stravinsky, Vladimir Horowitz, Maria Callas e tanti altri. In tempi più recenti si è aperta anche ad altri generi musicali accogliendo le esibizioni di Pink Floyd, Grateful Dead, Bee Gees ed Elton John, solo per citarne alcuni.
Il programma della serata è naturalmente centrato prevalentemente sull'album di più recente pubblicazione, ma nell'ora e mezza abbondante del concerto trovano spazio anche altre composizioni del musicista tunisino, adattate per la nuova formazione. Si comincia con tre brani del nuovo album, "Awake" seguito da "The Sweet Oranges of Jaffa" e "Dancing under the Meteorites," che già esaltano la compattezza del gruppo e la bravura dei singoli. Poi Brahem prende il microfono (sarà l'unica volta nella serata) per presentare i musicisti e annunciare il pezzo successivo, "After the Last Sky," che dà il nome all'album. Il titolo è tratto da un verso di un poeta palestinese, che Brahem legge per sottolineare ciò che sta dietro alla sua musica e ne impronta il carattere.
Seguono altri brani dall'ultimo album, che viene eseguito quasi integralmente; assente dalla scaletta il solo "Edward Said's Reverie," mentre "The Eternal Olive Tree," che sul disco è un duetto improvvisato tra oud e contrabbasso, è sostituito da "Tal Win," un duo analogo comparso sul disco Thimar, sempre in compagnia di Holland. "In the Shade of Your Eyes" e "Remembering Hind" che vedono protagonista la violoncellista vengono eseguiti in medley, prima di passare ad altri brani tratti da precedenti lavori di Brahem, come "Sur la fleuve" tratto da Le Voyage de Sahar e il più jazzistico "La Nuit," tratto da Blue Maqams, che consente ad Holland di esibirsi in un assolo prima di concludere il programma e salutare il pubblico. Ma non può mancare il bis, e i musicisti tornano sul palco per eseguire "Vague," il brano che chiude l'album, già inciso da Brahem in altre occasioni, seguito da "E la nave va" con cui è spesso abbinato. C'è ancora tempo per un secondo bis, reclamato a gran voce, che è "Halfaouine," un vivace tema arabeggiante che chiude la serata con una nota piú allegra.
Negli oltre trent´anni di collaborazione con ECM la musica dell´artista tunisino ha sempre mantenuto le sue radici nella tradizione classica araba, spesso vestendola con i panni della musica da camera europea e ornandola con l´improvvisazione di tipo jazzistico, variando l´equilibrio tra le parti in funzione degli interpreti scelti per eseguirla. In questo Brahem ha sposato completamente la linea dell´etichetta tedesca, che ha da sempre fatto della trasversalitá una delle principali direttrici, e che trova con questo artista una delle sue espressioni piú felici.
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