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Andrea Rossi Andrea Ground Plane Antenna: Per kelli fini que ki contene
ByPer kelli fini que ki contene
Splasc(H) Records
Valutazione: 3,5 stelle
Per kelli fini que ki contene (già annunciato nel' intervista ad All About Jazz) è un documentario sonoro, che aggiunge una prospettiva nuova al concetto di "alterità" espressiva.
Al suo interno c'è un microfono senza voce, un discorso senza parole, un annuncio senza annuncio, una realtà vera e in un certo senso sconcertante. Un dibattito sull'uomo, sul suo corpo e sulla completa inutilità dell'esistenza. Una costante domanda sul proprio essere in un conflitto interiore mastodontico, uno sguardo animalesco sul mondo e sulle cose, che non riesce a fermarsi e a fermarci.
Con quale Io sta suonando Andrea Rossi? È in fondo la magia e il segreto delle cose senza senso, senza significato, questo documentario non è infatti in movimento, ma è la stasi di una fotografia. Una fotografia che l'autore in modo autoreferenziale guarda affermando: "Ecco questo sono io". L'autore propone al mondo alcuni dei suoi momenti, dei suoi spunti creativi, nascondendo sempre la fonte della sua ispirazione. L'autore è il demiurgo dell'opera e propone uno dei suoi tanti corpi vibranti nello spazio delle note, l'autore come artigiano del suono.
Ciò nasconde perfino il senso del dolore, dell'angoscia, scaccia l'ipotesi di qualsiasi Dio. Esisto solo io, esistono le mie note, esistono le mie statue di cadaveri. Punto. Voglio essere là dove non v'è più modo, dove le persone non si incontrano ma semmai si attraversano, dove anche io non avrò più paura dei miei fantasmi, dove neanche la cosmogonica dei numeri, la matematica dell'armonia, la fervente ossessione logica molto umana di Spok, siano finalmente sciolte e impossibili perfino da pensare e ricordare.
Per kelli fini que ki contene è stranamente una di quelle opere che danno un senso allo scrivere di musica, allo sforzo (necessario?) di spiegare.
È un'opera che come altre ci interroga sul senso della tecnica musicale, ma con in fondo la stessa grande domanda da bambino: "Che ci sto a fare qua?". Perché quando stiamo facendo qualcosa subito desideriamo farne un'altra? Infatti, immediatamente: "Buongiorno, adesso vi suono un pò di blues". Quell'occhio chiede conferme allo spettatore, senza farsi notare. "Ehi tu, era questo che volevi sentire?". Poi il bassista guarda il violinista e gli chiede: "dai, facciamo un pezzo di strada insieme?"
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