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Amina Claudine Myers: Mozart, Miles and Beyond
ByCompositrice, pianista e cantante, Amina Claudine Myers è un membro della prima ora della famosa Association for the Advancement of Creative Musicians (AACM). di Chicago. Trasferitasi a Nord dalla sua cittadina nativa Blackwell, in Arkansas, era una mosca bianca nell'AACMnon solo perché era una delle poche donne iscritte, ma anche per la sua connotazione di cantante e autrice desiderosa, a volte, di utilizzare strutture musicali tradizionali.
Fuori dall'AACM, la Myers ha suonato in band guidate da Gene Ammons, Dexter Gordon, Charlie Haden, Bill Laswell, Sonny Stitt e James "Blood" Ulmer, e ha realizzato nove album come leader. Continua ad essere un membro molto attivo nella sezione dell'AACM di New York.
All About Jazz: Dai tuoi dischi emergono chiaramente le tue doti di pianista e autrice Jazz, ma hai anche lavorato molto con ensemble più ampi, per cori e lavori teatrali. È difficile trovare occasioni per questo tipo di performance?
Amina Claudine Myers: Organizzo laboratori e seminari negli Stati Uniti, ma la maggior parte dei miei lavori vengono eseguiti in Europa, specialmente quelli per coro e organo. La Improvisation Suite del 1979 è stato uno dei miei primi pezzi per coro ed organo. Volevo dimostrare come sia possibile fare musica lirica improvvisata. Fu eseguita a San Pietro, e fu così che cominciai a suonare l'organo. Ho composto musica per coro, ma non bastano pochi coristi, serve un coro più ampio.
Diane McIntyre, la coreografa, mi sta assistendo in un progetto nel quale dirigo un'orchestra che esegue una piece dal titolo How Long Brethren della grande ballerina Helen Tamiris. La Tamiris lavorò a lungo con Martha Graham, e in seguito, basandosi sulle canzoni della "protesta nera" realizzò un lavoro che andò in scena per un mese a Broadway. Diane McIntyre voleva far rivivere quest'opera. Ho dovuto ricreare le musiche, dato che mancavano delle parti. L'abbiamo messa in scena nel 1991 e nel 2006. Ecco, non capita spesso di riuscire a cimentarsi con produzioni così imponenti.
AAJ: Però non eri nuova a produzioni teatrali sin dai tempi dell'AACM...
A.C.M.: A Chicago [nel 1968] Muhal [Richard Abrams] scrisse una commedia senza dialoghi, intitolata The Dream, dove recitavano Lester [Bowie] e Roscoe [Mitchell]. È stata rappresentata ogni fine settimana per un mese. Io recitavo nel ruolo della moglie di Joseph [Jarman]. A lui importava solo la musica, io invece ero più materialista, lo stressavo sempre sul fatto che dovesse guadagnare di più.
Era tutto così creativo allora Muhal dipingeva, Joseph recitava tutti creavano e scrivevano. Roscoe era solito andarsene in giro con un cappello a cilindro ed una scatola di sigari: prendeva qualcosa dalla scatola e te lo dava, e la settimana dopo ti chiedeva qualcosa in cambio da mettere nella scatola. Cominciai a scrivere poesie e a dipingere. E tutti ti incoraggiavano, e la gente recitava con te. Era pura ispirazione, in ogni momento succedeva qualcosa di interessante.
Poi arrivai a New York. Amiri Baraka aveva scritto una commedia dal titolo Primitive World, che raccontava la storia di un mondo distrutto da selvaggi capitalisti. Mi misero dietro al palcoscenico ad accompagnare la rappresentazione con il piano, ma mi sentivo anche un'attrice ed una cantante. Suonare il pianoforte mi veniva naturale.
AAJ: Hai sperimentato molti stili differenti, dalla composizione classica al Jazz e al Rythm & Blues. Come hai imparato a suonare? E con quale genere musicale hai cominciato?
A.C.M.: Ho iniziato studiando pianoforte classico a cinque o sei anni; Blackwell era poco più di un villaggio, e dovevo andare nella città vicina per trovare una scuola di musica. A ripensarci era una cosa inusuale per allora, una piccola bambina di colore che studiava pianoforte classico. A sette anni mi sono trasferita a Dallas con mia zia. Frequentavo una scuola biblica estiva, e il loro pianista non era capace di suonare semplici pezzi che io invece riuscivo a suonare, e mi sembrava fantastico. Ero Metodista, ma alcune delle signore della chiesa Battista mi scelsero con altre bambine per una recita natalizia, e noi provavamo a cantare come un quartetto Gospel.
Alla radio davano musica Country e Western Hank Williams non mi piaceva per niente! ma noi volevamo emulare quei quartetti Gospel che andavano in giro e cantavano nelle chiese, radunando un sacco di persone in chiesa, con i Bianchi seduti nelle ultime file! Quella era musica che faceva stare insieme le persone! Quando poi fui alle superiori, iniziai a cantare in un coro, ed ecco come ho cominciato con la musica corale. C'è qualcosa di speciale in quella musica, tutte quelle voci all'unisono, che è ciò che tento di ottenere nella mia musica corale.
A quindici anni tornai in Arkansas, e misi insieme un gruppo con i miei amici d'infanzia. Cantavamo i Gospel e ci facevamo chiamare i Gospel Four, oppure i Royal Hearts quando cantavamo canzoni popolari. Arrivammo ad aprire i concerti degli Staple Singers.
Sono andata al college e volevo diventare insegnante: ma un giorno una ragazza mi dice "Ho un lavoro per te in un night club." Allora le ho detto, "Senti, non ce la posso fare." Conoscevo "Greensleeves," "Misty" e poco più. Ma ci sono andata comunque, e ho imparato il Blues. E continuavano a coinvolgermi, ed era come se Dio mi stesse martellando dicendomi, "La musica è la tua strada." E la mia famiglia mi sosteneva in tutto e per tutto. E così eccomi lì, avevo 18 anni ed una band di Rhythm & Blues. Una volta Rahsaan Roland Kirk venne ad un mio spettacolo, a mia insaputa. Anni dopo stavamo suonando in un club nel New Jersey e lui mi si avvicinò dicendo, "Sei Claudine Myers?" Mi aveva riconosciuta dalla voce. Non riuscivo a crederci.
Ho lavorato con Gene Ammons e Sonny Stitt. E con Dexter [Gordon]. Poi arrivò Cozy Eggleston e cominciammo a suonare insieme, e a quel punto Ajaramu [Shelton, percussionista, membro della AACM e allievo di Sun Ra] mi sentì e disse che voleva mettere su un gruppo per organo. Così cominciai a suonare con Ajaramu, e Cozy non gli perdonò il fatto di avermi portato via! Ecco come ho cominciato con l'AACM.
AAJ: Hai duettato al pianoforte con Muhal Richard Abrams, e hai anche fatto canzoni come quelle di Alicia Keys. Come convivono due approcci di composizione ed esecuzione così diversi?
A.C.M.: Non è facile, ma ho un mio sistema. Prima scrivo le poesie, poi da quelle traggo ispirazione per quel tipo di musica. Ricordo che le prime canzoni che ho composto sono state quelle per il mio lavoro teatrale intitolato I Dream, intorno al 1975, nel quale la storia è raccontata solamente attraverso le canzoni.
Non ho mai considerato la mia musica come d'avanguardia, ma molti la pensano così. Ora sto scrivendo un brano per viola, pianoforte e voce, dove la componente vocale deve spaziare il più possibile. E il sound che cerco lo riesco a trovare nella lirica. Sono cresciuta con il Gospel, con la musica Country e quella Western, adoro John Lee Hooker e il Blues rurale. Poi mi sono innamorata della musica di Miles [Davis]. Adoro il Requiem di Mozart e tutta la musica corale. Sono stata proprio fortunata a potermi cimentare con generi musicali così diversi.
Discografia Selezionata
Jim Pepper, Afro Indian Blues (PAO, 1991)
Amina Claudine Myers, The Circle of Time (Black Saint, 1983)
Frank Lowe, Live from Soundscape (DIW, 1982)
Muhal Richard Abrams, Duet (feat. Amina Claudine Myers) (Black Saint, 1981)
Amina Claudine Myers, Salutes Bessie Smith (Leo, 1980)
Amina Claudine Myers, Poems for Piano: The Piano Music of Marion Brown (Sweet Earth, 1979)
Foto di John R. Fowler (la prima)
Traduzione di Stefano Commodaro
Articolo riprodotto per gentile concessione di All About Jazz USA
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