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10x3: Musica Cinema Pittura. Il ’68 oltre il jazz.

La filosofia - filosofia? parola grossa... - è quella dell'isola deserta. O del chi sopra la torre (e tutti gli altri giù per terra? ci mancherebbe). Scomodando le altre arti (alcune): musica (jazz escluso; ne parliamo a iosa altrove), cinema e pittura. Il concetto è appunto quello: cosa sceglieremmo (per l'isola o la torre di cui sopra), se volessimo rappresentare (magari col malcelato intento di tramandarlo/trasferirlo a chi non c'era) un anno nodale nella storia del secolo da poco trascorso?

Potremmo scegliere, per esempio, dieci dischi (rigorosamente LP, è sottinteso), dieci film e dieci tele (pur in senso lato). Ed elencare il tutto in ordine altrettanto rigorosamente alfabetico (per autore). Senza pretese - questo è ovvio - di completezza, né tantomeno di oggettività (chi mai potrebbe avere d'altra parte la sfacciataggine di sostenere il contrario?). E senza dimenticare, almeno in questa rapida intro, qualcosa - poco, ovviamente - d'altro.

Per esempio che il '68 è stato un anno di morti "eccellenti," prime fra tutte quelle di Martin Luther King e Bob Kennedy, paradigmatiche delle tensioni in atto specificatamente nella società americana, in un clima di acceso antisegregazionismo ma non solo. E se il jazz perde Wes Montgomery (fra gli altri), la cultura in senso lato saluta John Steinbeck, Marcel Duchamp, Salvatore Quasimodo, Lucio Fontana, Mario Pannunzio, Giovannino Guareschi, i compositori Mario Castelnuovo-Tedesco e Ildebrando Pizzetti, i registi Carl Theodor Dreyer e Antonio Pietrangeli (il cui figlio, Paolo, è autore di uno degli inni del '68 nostrano, "Contessa"), l'artista visivo Pino Pascali. Se n'è invece andato ormai da cinque anni Beppe Fenoglio, il più originale e talentuoso narratore del secondo Novecento italiano, quando, appunto nel '68, esce Il partigiano Johnny, da lui lasciato incompiuto. Si scioglie il Gruppo 63, Pasolini scrive il poema-pamphlet Il PCI ai giovani!!, Ungaretti è voce narrante nell'Odissea televisiva.

Al di là dei vari accadimenti sociali e politici, succede ovviamente molto altro, nei diversi settori della vita più o meno quotidiana. Per esempio nello sport, sempiterno ricettacolo di umane passioni. L'Italia del calcio, per cominciare, festeggia il suo unico titolo europeo, eliminando in semifinale l'URSS grazie a una celebre monetina. E tuttavia il clou è per l'autunno, quando, a Città del Messico, a pochi giorni dall'eccidio di alcune centinaia di studenti (per lo più) per mano delle forze presidenziali, si svolgono i sedicesimi giochi olimpici (diciannovesimi, se si contano anche le edizioni non disputate per cause belliche), che fanno scalpore soprattutto in atletica leggera, per i tanti record (su tutti l'8,90 di Bob Beamon nel salto in lungo; e nell'alto debutta il famoso Fosbury Flop), ma anche per l'insolita cerimonia protocollare che accompagna la premiazione dei 200 metri, nel corso della quale il vincitore Tommie Smith e il terzo classificato John Carlos (ovviamente neri) salutano l'inno americano (che Jimi Hendrix riprenderà l'anno dopo a Woodstock) con braccio teso e pugno guantato.

Ci sarebbe ovviamente molto altro da dire, ma ci fermiamo qui, per passare senz'altro il testimone alle singole sezioni su cui si dipana questa nostra - parziale fin che si vuole - carrellata.

* 10 album * 10 film * 10 opere d'arte

Foto di Ugo Mulas (Fontana).

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