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10 film

La selezione che segue non risponde a criteri esclusivamente qualitativi: il momento storico è troppo particolare per poterselo permettere. Accanto a film di alta scuola, ci sono così pellicole entrate prepotentemente nel cosiddetto immaginario collettivo, opere che hanno accompagnato (talora in qualche misura anche determinato) un cambio di prospettiva (globale) radicale come non mai. Mancano mostri sacri come Fellini o Visconti, Losey, Antonioni o Buñuel (tanto per fare qualche nome), per il semplice fatto che quell'anno sono rimasti al palo, mentre abbondano - proprio in virtù di quanto detto - le pellicole nostrane. Ovunque - essendo la settima arte la più fortemente, fisiologicamente intrisa di implicazioni extra-estetiche - si è tenuto conto anche del peso ideologico, etico, o semplicemente cronachistico, del materiale prescelto. Da sottolineare un particolare: su dieci film, quattro recano per la colonna sonora la firma di Ennio Morricone.

Carmelo Bene

Nostra signora dei turchi

Interpreti: Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Ornella Ferrari, Salvatore Siniscalchi, Anita Masini. Musiche: autori vari. Italia, col, 125'

Visionarietà qua e là delirante e sberleffo iconoclasta, quindi tutto secondo copione per il debutto cinematografico (a lungo metraggio) di questo genio del teatro (o genio tout court). Premiato a Venezia "per la totale libertà con cui ha espresso la sua forza creativa mediante il mezzo cinematografico". Musiche tratte per lo più dall'(amatissimo) melodramma italiano e dai grandi russi.

Ingmar Bergman

La vergogna (Skammen)

Interpreti: Max von Sydow, Liv Ullmann, Gunnar Björnstrand, Sigge Fürst. Musiche: Erik Nordgren. Svezia, b/n, 103'

Pur non essendo fra i più celebrati del grande svedese, il film ha pur sempre fatto razzia di premi in tutto il mondo. Narra di una coppia di violinisti scaraventati in una vicenda vagamente kafkiana, in un contrasto tra personale (che è individuo quanto coppia, come Bergman ci ha largamente insegnato) e generale (una guerra che pare la quintessenza di tutte le guerre), interno ed esterno, in cui una volta di più il regista sa esprimere tutta la sua puntigliosa attenzione al dettaglio, al tratteggio psicologico mai vago o sospeso, con la lentezza tipica del suo cinema, di cui è uno dei tratti in fondo più seducenti.

Liliana Cavani

Galileo

Interpreti: Cyril Cusack, Gigi Ballista, Giulio Brogi, Vittorio Duse, Piero Vida. Musiche: Ennio Morricone. Italia/Bulgaria, col, 108'

Opera seconda (dopo Francesco d'Assisi) della regista emiliana, all'epoca trentacinquenne, il film pone al suo centro l'antinomia fra scienza e religione, che è poi contrasto fra potere e forze centrifughe (o centripete?) tese a ribaltarlo. A differenza di un Giordano Bruno, Galileo abiurerà, finendo per cedere senza per questo recedere, alla fin fine emblema di un'epoca (il '68, non il Seicento) di contrapposizioni nette, di lotte e dinieghi, con i suoi slanci ma - anche - con le sue contraddizioni.

Stanley Kubrick

2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey)

Interpreti: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter. Musiche: Richard Strauss e altri. Gran Bretagna/USA, col, 140'

Film di culto come pochi (l'ottavo di Kubrick, fra Il Dottor Stranamore e Arancia meccanica), è visto dai più come una profetica, geniale preconizzazione, da altri come un'icona forse persino sopravvalutata, certo largamente mitizzata (nello stesso anno, curiosamente, Schaffner gira Il pianeta delle scimmie). Epico e irresistibile l'utilizzo dell'Also sprach Zarathustra straussiano, di lì a poco ripreso, in versione popeggiante (e con notevoli riscontri), da Eumir Deodato.

Sergio Leone

C'era una volta il West

Interpreti: Charles Bronson, Henry Fonda, Claudia Cardinale, Gabriele Ferzetti. Musiche: Ennio Morricone. Italia, col, 165'

Lentezza e campi lunghi, primissimi piani e spazi arsi, desertificati, ci introducono nel più opulento (per ritmo, durata, ecc.) tra i film di Leone. Grandi attori e l'immancabile, celebratissima (e calibratissima) colonna sonora morriconiana consegnano così alla cinematografia di genere (western, ovviamente) un'opera che di genere, in realtà, è ben poco. A meno che il genere di cui sopra non abiti più i territori comunemente assegnatigli.

Carlo Lizzani

Banditi a Milano

Interpreti: Gian Maria Volonté, Don Backy, Laura Solari, Carla Gravina. Musiche: Riz Ortolani. Italia, col, 102'

A una sorta di crocevia tra neorealismo e film d'inchiesta (o di denuncia), l'opera tratta quasi in tempo reale l'epopea della banda Cavallero (impersonato, quest'ultimo, da un magistrale Volonté), con tutti gli agganci non strettamente malavitosi (le sedicenti implicazioni politiche, per esempio) della stessa. Crudo e umano ad un tempo, il film segna un modello di genere in seguito con fin troppa disinvoltura eluso.

Pier Paolo Pasolini

Teorema

Interpreti: Massimo Girotti, Silvana Mangano, Terence Stamp, Laura Betti, Ninetto Davoli. Musiche: Ennio Morricone. Italia, col, 98'

Girato fra Edipo Re e Porcile (suo quasi-gemello), il film coglie un Pasolini calato in una dimensione borghese e - come tale - extra-proletaria. La società descritta ha un che di mostruoso, espresso attraverso la cartina al tornasole pasoliniana per eccellenza: il sesso. Opera forte e "immorale," Teorema finisce, nell'immediato, per scontentare tutti, cattolici (ovviamente) e "compagni," rimanendo inevitabilmente impigliato nelle maglie della censura. Anche per questo diventa in fretta un simbolo, un emblema. Del '68 ma non solo.

Roman Polanski

Rosemary's Baby

Interpreti: Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans. Musiche: Krzysztof Komeda. USA, col, 136'

Segnato da una palpabile inquietudine, del resto tipica del regista, di cui è tra i sicuri capolavori (con Chinatown e Il pianista, quanto meno), il film rasenta (o attraversa?) il cosiddetto genere horror, di cui non condivide peraltro - e per buona sorte - certi eccessi volti al mero épatement. Per Komeda è la quarta colonna sonora firmata per Polanski: sarà anche l'ultima, visto che il compositore morirà appena quarantottenne nell'aprile '69.

Salvatore Samperi

Grazie zia

Interpreti: Lisa Gastoni, Lou Castel, Gabriele Ferzetti. Musiche: Ennio Morricone. Italia, b/n, 94'

L'esordiente (venticinquenne) Samperi firma questa sorta di éducation érotique (non l'unica, si capisce) di un'intera generazione, dando ai Pugni in tasca bellocchiani (stesso protagonista, non a caso) un seguito "di settore". Indimenticabile Lisa Gastoni nel ruolo della zia del titolo. Da Malizia (1973) in poi, il regista finirà per rimanere prigioniero del suo stesso successo e del genere che gliel'ha regalato.

Franco Zeffirelli

Romeo e Giulietta (Romeo and Juliet)

Interpreti: Leonard Whiting, Olivia Hussey, John McEnery, Michael York, Milo O'Shea. Musiche: Nino Rota. Gran Bretagna/Italia, col, 138'

Vincitore di due Oscar (fotografia e costumi) e tre Golden Globe, ecco un altro film sessantottino fortemente intriso di eros. A far scalpore fu, tra le tante altre cose, il fatto che la pellicola, vietata ai 18, avesse per protagonisti un diciassettenne e una sedicenne. Grande affresco barocco/decadente tipico di un autore spesosi non poco anche nella regia lirica, il film poggia sulla sottile evocatività dalle musiche di Rota.

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