Ivo Neame: Yatra

Pur mantenendo una struttura melodica con chiari riferimenti alla tradizione jazzistica, le composizioni sono tutt'altro che produzioni di maniera, sviluppandosi anzi in maniera mai scontata anche grazie a vibranti e originali orchestrazioni.

Gli stessi interventi solistici all'interno dei brani risultano funzionali alla costruzione formale e mai appaiono una forzatura stilistica: in tale contesto Neame preferisce il ruolo di collante ritmico, sostenendo l'armonia o doppiando la linea di basso, lasciando spesso ai compagni la ribalta dell'assolo, pur ritagliandosi preziosi momenti all'interno del disco ("Yatra,""Moody").

La bella improvvisazione collettiva dei fiati nella title-track, le agrodolci frasi dei clarinetti di Hutchings e Shenoy ("Charm Defensive," "Puppet Show Theme," "That Syncing Feeling"), il lievissimo flauto di Freestone ("American Jesus") e l'immancabile supporto di una robusta sezione ritmica contribuiscono alla felice riuscita di un album in cui trovano spazio ballads ("That Syncing Feeling," "Heart Murmurs"), reminescenze monkiane ("Moody"), up-tempo ("Yatra"), senza che ne sia mai scalfita l'intima coerenza stilistica, garantita da un bilanciato dinamismo di ciascuna composizione e da un indovinato intreccio delle parti strumentali, a sottolineare le doti compositive di un artista destinato a far parlare ancora di sè.

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