Sempre alla ricerca di nuove forme e strutture,
Dan Kinzelman incrocia stavolta il suo percorso con il chitarrista
Roberto Pianca, il contrabbassista
Stefano Senni e il batterista svizzero
Alex Huber. Ne scaturisce un lavoro inquieto, dalla dinamica spesso elevata e dalla sempre fortissima intensità espressiva, nonostanteo forse grazie ala sostanziale assenza di temi melodici e linearmente narrativi.
Delle dieci tracce tre a testa sono composizioni di Pianca e Huber e una di Kinzelman, mentre la
suite in tre parti che dà il titolo all'album è totalmente improvvisata. Ma pregio del lavoro è di far apparire del tutto improvvisate anche le composizioni, grazie al peso sempre alto che viene assegnato al contributo espressivo dei singoli.
Da questo punto di vista, fatalmente decisivo è il ruolo di Kinzelman; qui impegnato al solo sax tenore, il sassofonista del Wisconsin ma umbro d'adozione esplora possibilità espressive diverse al variare delle atmosfere: si spinge verso forme estreme e libere in "Modern Forms," "Success," brani dinamicamente forti e dalla struttura frammentata, così come in "Aussicht," viceversa più moderato; assume un'identità più tradizionale, ancorché trasfigurata, in "Balcony," sorta di
ballad postmoderna; svaria su tutte le diverse possibilità nella
title track, complesso percorso collettivo nel suono, ove svetta nella parte conclusiva con un reiterato e straziante urlo di sofferenza. Sempre e comunque il tenorista riesce a non ripetersi e offrire all'ascolto un suono ora nitido, ora scabro, personalissimo e decisivo.
Altrettanto fatalmente, accanto a Kinzelman svetta Pianca, che usa le chitarre anch'egli assai diversamente a seconda delle atmosfere: nelle prime tracce in forma più intensamente rock, con sonorità forti, note prolungate ed espressivamente distorte; in "Balcony" in modo quasi classico, perfino dialogando con il tenore in modo lirico; in "Why Don't You Go Outside?" anche lui variando ecletticamente gli stilemi.
Un po' in secondo piano, oscurato dall'intensità delle due prime voci, il contrabbasso di Senni, essenziale per la ritmica ma apprezzabile solisticamente solo a tratti, mentre Huber sostiene tangibilmente la tessitura sonora, abile però a sottrarsi nei momenti in cui le variazioni dinamiche calano progressivamente in modo catartico, come in "Moraine."
Un disco non facile, questo
Why Don't You Go Outside?, che richiede ascolti ripetuti per essere realmente apprezzato, ma ciononostante immediato nella sua prima fruizione, grazie all'intensità del suono che lo caratterizza e del quale può essere chiaro esempio il brano conclusivo, "Coral," dall'andamento quasi epico.
Modern Forms; Success; Balcony; Turn Left; Bravo Echo; Aussicht; Why Don’t You Go Outside?: Airfol – Humus – Moraine; Coral.
Dan Kinzelman: sax tenore; Roberto Pianca: chitarre; Stefano Senni: contrabbasso; Alex Huber: batteria.
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