Andrea Bressan - Saverio Tasca: Variazioni Climatiche

Certo i due strumenti sono tanto affascinanti, quanto poco frequentati nella musica improvvisata: il vibrafono ha la sua tradizione e i suoi maestri, ma vi è sempre rimasto un po' marginale (anche se Tasca è oggi molto impegnato su molti fronti, ad esempio nella Mosaic Orchestra di Giovanni Maier e nel Cirko Guerrini); il fagotto è invece quasi completamente assente dallo scenario jazzistico. Tuttavia, l'ascolto del lavoro rivela che i due sono strumenti senz'altro interessanti anche in questo contesto, perché il colore e la vivacità del vibrafono ben si accompagnano all'oscurità e nettezza sonora del fagotto, il quale si presta a fare ora da bordone, ora da controcanto, ora da vera e proprio prima voce del duo.

La caratteristica dell'organico fa sì che le sonorità del tutto originali conferiscano unità stilistica ad un lavoro che, come si è detto, è eclettico per vocazione e progetto. Temi come quello di Guarino o come la riproposizione di ninna nanne africane di Taljaard non sono di per sé così vicini alle trascrizioni dei brani di autori d'ambito jazz come Lyle Mays, Thad Jones, Egberto Gismonti e Chick Corea (interessante osservare che questi omaggi siano tutti a firma di pianisti). Ma, appunto, la personalità dei due musicisti e il suono prodotto dall’incontro dei loro due strumenti sono sufficienti a comporre un “clima” cameristico omogeneo, nel quale le “variazioni” ben si armonizzano.

All’interno di questa organicità complessiva, spiccano la suite di trascrizioni da Gismonti, “Loro/Memoria e Fado”, nella quale brilla l’interpretazione del fagotto affiancato dall’oboe di Arrigo Pietrobon, il drammatico brano di Aziza Mustafa Zadeh, “Desperation”, ma anche, per la bella narrazione che viene offerta al vibrafono, “Aria intermedia” di Andrea Mannucci.

Comments