The Magic I.D.: Till My Breath Gives Out

Possibilissimo. Fuori i nomi: i due clarinetti Kai Fagaschinski e Michael Thieke - già attivi come duo The International Nothing - la chitarrista acustica e incantevole cantante Margareth Kammerer [dall'AltoAdige a Berlino] e un personaggio fondamentale dell'elettronica viennese come "Mr. Charhizma" Christof Kurzmann. Si annusano i quattro, osano, non hanno paura di spezzettare il poligono, di ricomporlo, di lavorarci con curiosità esplorativa ed ecco spuntare come un fiore profumatissimo in mezzo al palmo di una mano The Magic I.D.

La particolare strumentazione spinge i musicisti a sintetizzare le idee, tra lirismi obliqui e increspature da quiete dopo la tempesta glitch: dolcissime linee melodiche, i clarinetti che si impastano come stelle doppie scure dentro un cielo di legno, le particelle digitali che si depositano con l'ostinazione di una goccia, nelle sei tracce del disco si stende una flemmatica fiducia nel potere del suono.

Dire a che somigliano le canzoni di The Magic I.D. è come tentare di definire il sapore delle fragole: puoi usare qualche aggettivo generico, puoi associarlo a qualcosaltro di vagamente simile [alcune aperture ricordano ad esempio l'Arto Lindsay più blasè, altre ostinazioni però sono lì a smentirci], ma se non assaggi non lo potrai mai sapere e per ricordartene dovrai di nuovo gustare.

Ecco perché, con la sua andatura apparentemente annoiata e un po' casalinga, come un legnetto indie scarnificato da un affilato coltellino digitale, silenzioso e dilatato quando serve, pronto a colpire con dense pennellate di suono, Till My Breath Gives Out è un disco da non perdere, una specie di piccolo breviario di malinconie digitali da tenere sempre con sé. Pssss… è grande pop, ma non ditelo a nessuno!

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