Stefania Tallini: The Illusionist

Il lavoro ha infatti una cifra melodica di impianto neoclassico, ma è virato da influenze latine che emergono dalla profondità della musica e talvolta neppure appaiono a un primo ascolto. Questa doppia anima emerge in modo più palese dal contrasti di due composizioni poste al centro del programma: la title-track e la successiva "Choro cubano". Se la prima rappresenta molto bene la radice melodica e la sensibilità alle sfumature espressive che caratterizza il CD, la seconda mostra invece una ritmicità e uno sviluppo delle variazioni che deriva palesemente dalla metabolizzazione della musica latinoamericana. Interessante che, subito dopo, sia posta l'unica traccia non originale (nel tema, ma non nell'interpretazione), una "Over the Rainbow" davvero molto toccante (e non era facile, vista la messe di versioni di questo brano che la storia ci ha consegnato).

L'ispirazione brasiliana trova la sua esplicitazione nell'omaggio al grande compositore Guinga, nell'omonima traccia che è anche una delle più preziose del lavoro. Si osservi anche la presenza di due brani interamente improvvisati, "Indaco" e "Alobrasil," ancora una volta dedicati ciascuno a una delle due anime della Tallini.

Ottimo lavoro, caratteristico di un jazz moderno aperto alle contaminazioni più che ancorato alle radici afro di questa musica, bel biglietto da visita di una musicista che merita più attenzione di quanto non le sia stata data finora, e non solo come compositrice.

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