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The Humans
ByPuò sembrare incredibile a chi abbia apprezzato il loro disco It's Nine O'Clock, pubblicato un paio d'anni orsono da El Gallo Rojo, ma The Humans - Silvia Donati, Simone Massaron, Enrico Terragnoli, Danilo Gallo e Massimiliano Sorrentini - non avevano fino a oggi fatto nessun concerto dal vivo. È purtroppo una cosa che si ripete spesso per le formazioni nostrane che presentino proposte poco "etichettabili" e, proprio per questo, stimolanti e creative. Cioè proprio quelle proposte che maggiormente meritano e necessitano di esser viste dal vivo.
Un plauso aggiuntivo, quindi, per il Pinocchio Live Jazz di Firenze, che aveva l'"esclusiva planetaria" di questo concerto, risultato ancor più coinvolgente e appassionante del già eccellentissimo CD.
Di quest'ultimo il live riprendeva buona parte degli spunti tematici, come gli standard riletti fino allo stravolgimento (vedi una memorabile "Lover Man" teatralmente interpretata dalla Donati in chiave acidamente drammatica, su una base di distorsioni elettriche), o i pezzi spagnoleggianti e brasiliani anch'essi smontati e decontestualizzati, (come "Guerra Civil" di Chico Sanchéz Ferlosio).
Ma anche brani originali nei quali scatenare le due chitarre elettriche e il basso di Gallo. Dal vivo, accanto e oltre la musica, c'erano anche la verve e l'inventiva dei cinque, peraltro palesemente gioiosi di suonare assieme. E tutto questo, per una musica che ha nella parodia e nella dissacrazione, nell'allegra rabbia e nella sorpresa le colonne portanti, vuol dire moltissimo.
L'ora e mezza abbondante di musica non ha così avuto momenti di pausa, esaltandosi nei passaggi di maggior fragore e di più forte intensità ritmica, ma anche avvalendosi della forte interazione dei musicisti e delle frequenti gag che ne scaturivano. Come quando, verso la fine, la Donati si è messa a cantare "Azzurro" con una tonalità distorta nel basso profondo, o nel bis, quell'"El Gallo Rojo" di Simone Massaron, una sorta di "inno" del Conjunto, qui anche cantato oltre che largamente improvvisato.
Un grosso plauso a tutti, anche se indubbiamente il gruppo è fortemente caratterizzato dalla cantante - splendida e imprevedibile anche nei gesti - dotata di una voce duttile e cangiante, straordinaria sui toni medio-bassi, quando assume un colore unico, potentemente avvolgente.
Una vera soddisfazione, quindi, aver assistito al live di questo eccellente gruppo di "no jazz," come l'ha definito ironicamente Danilo Gallo al termine. Un vero rammarico, invece, sapere di essere stati tra i pochissimi privilegiati ad averlo potuto fare....
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