Lauren Newton: Soundsongs

Dopo il recente duo con la contrabbassista Joëlle Léandre (Face It, Leo Records) la Newton affronta la difficile prova del disco in solo, in un percorso di sedici improvvisazioni che sono molto più di un elaborato esercizio virtuosistico. Utilizzando la sua inesauribile gamma di effetti dinamici ed eterodosse invenzioni timbriche, la cantante esplora con metodo e rigore vari e differenti ambiti espressivi, ponendosi in equilibrio tra pura sperimentazione e forma.

"Nei due giorni consecutivi di lavoro in studio - spiega la Newton nelle note - ho registrato complessivamente sei ore di brani liberamente improvvisati. Il mio centro d'interesse era un certo aspetto di suono vocale e la sua trasformazione verso la melodia. Ho tenuto conto di transitorie esplorazioni verso ogni tipo di suono che attirava la mia attenzione, permettendo alla voce di prendere un corso d'azione meno limitato, lasciandola slittare dentro e fuori la tonalità, il rumore, l'articolazione, l'intensità dinamica, l'emozione, lo stato d'animo pur consentendo che accadesse l'imprevisto".

Ogni brano ruota attorno ad una specifica idea, che viene poi alterata verso le più varie soluzioni espressive, facendo uso di appropriate tecniche vocali. Una delle più suggestive è la cosiddetta "vocal fry" dove c'è un allentamento delle corde vocali per ottenere sonorità gutturali particolarmente suggestive.

Gran parte dei temi sono senza parole e solo a partire dal decimo brano "Close Your Eyes" assistiamo all'incontro tra forme significanti e significati. Ma ancora una volta l'uso è sorprendente: le parole sono scelte da quattro libri in modo casuale, entrando a far parte di un contesto più ampio che le ridefinisce in una dimensione ancora una volta astratta.

Un disco sofisticato e significativo anche se ovviamente non facile. Tutte le performance sono state registrate senza far uso di tecniche di rielaborazione sonora e tanto meno di sovraincisioni.

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