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Faraualla: Sospiro

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Faraualla: Sospiro
Più che un sospiro, questo CD è un grido. Liberatorio. Ad iniziare dal fatto che le quattro Faraualla era un po’ che non le sentivamo. Ad un certo punto, inizio 2000, nella musica italiana la loro ricetta tradizionale era un ottimo contraltare al "pecorino sardo" del canto a tenore (loro proponevano condimenti vocali a base di sopraffino "olio d’oliva" pugliese).

Dopo aver debutto nel 1999 con l’omonimo CD (special guest: Maria Pia De Vito) e continuato a stupire con Sind’ (2002), la sensazione netta era che le “vestali” baresi fossero svanite in quelle stesse gole profonde murgiane che il loro stesso nome evocava.

Forse non era semplice farsi spazio in un mercato discografico che trita tutto a velocità supersonica o ancora peggio, poco incline ai sapori forti della ruralità, della riscoperta delle tradizioni vocali bulgare, salentine e sarde.

Eppure gli attestati di stima non erano mancati e perfino Billboard aveva segnalato quanto brave fossero le pugliesi. Ma nel music business la logica come la bravura sono davvero un optional. Dieci anni, più o meno, e tre CD all’attivo sono la sintesi anche delle difficoltà di imporre la propria visione dell’arte. O, da un altro punto di vista, la semplice intuizione di sfuggire alle regole ferree degli affari, creando quando si ha l’ispirazione e non quando il portafogli grida vendetta.

Detto questo, bisognerà anche aggiungere che il cantato a cappella mostra subito il suo conto. Ha un respiro pieno, ma corto. Rischia di stancare subito: è come un concerto unplugged. E se non si ci ingegna in qualche commistione (non era male, ad esempio, l’idea del remix di “Masciare”, contenuto nel precedente CD, che avvicinava il sound ai rigurgiti trip hop in quel momento esaltanti) si rischia di morire asfissiati. Bel problema questo e il nuovo CD del quartetto vocale lo ripropone bello e intatto.

Ad iniziare dal fatto che le Faraualla se ne infischiano altamente, riproponendo line up (ci sono sempre i pirotecnici drummer Pippo Ark D’Ambrosio e Cesare Pastanella) e stesso atteggiamento filologico, al limite del masochismo. Dall’Archivio di Stato di Lecce spunta la rilettura di “Ci Lu Patiscisti” (una formula tradizionale salentina di guarigione dalle malattie psicosomatiche e richiesta di grazia).

C’è poi l’invettiva di una donna contro l’amato, in stretto dialetto barese (“Ki Te Mu”, assicuriamo che non è cinese); un’altra formula tradizionale per la guarigione dai vermi intestinali (“Ogni male fore”) e un paio di interventi (“Rikitikitavi” e “Auanda la cuica”, con ospite Caparezza) che richiamano balli di società, magari molto più tribali e ironici, ma sempre un po’ troppo indigesti.

Amiamo tanto coraggio, comunque.

Track Listing

01. Ci lu patiscisti; 02. Il sogno di Frida; 03. Rikitikitavi; 04. Ki Te Mu; 05. La notte bianca; 06. Quingui; 07. Auanda la cuica; 08. Ogni male fore; 09. Smilla; 10. Pulsatilla; 11. Il ciucciariello.

Personnel

Pippo Ark D’Ambrosio (percussioni); Cesare Pastanella (percussioni); Vito Cardellicchio (percussioni); Gennaro Mele (samples); Caparezza (voce solista).

Album information

Title: Sospiro | Year Released: 2008 | Record Label: The Baltimore Club

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