Bo van de Graaf: sold>out!

L'autore Bo van de Graaf, animatore fra l'altro della formazione I Compani dedicata alla celebrazione in musica del mondo di Fellini, ha infatti organizzato un concept album di soundtracks, riferendosi spesso a famosissimi precedenti storici i cui titoli vengono deformati ironicamente. Le formazioni sono sempre diverse: il sound un po' artificiale che predomina nel CD è dato dalle tastiere elettroniche e dai suoni campionati del leader, che tracciano le strutture e le melodie di tutti i brani. Solo in alcuni di essi si aggiunge di volta in volta uno dei partner: i duetti danno comunque risultati che sembrano provenire da formazioni più ampie.

Si dipana quindi una sequenza di remake e di omaggi, scherzosi ma non irriverenti, che hanno sempre il dono della sintesi. In "From Amsterdam with Love" si snoda pigramente un tema seducente e nostalgico, mentre l'incedere scanzonato di "Les vacances de monsieur Guillaume," che include anche spezzoni di parlato, ricorda ovviamente certe colonne sonore degli anni Sessanta. In "Ascenseur pour un escargot" la tromba di Jeroen Doomernik, tutto sommato poco davisiana, si inserisce in un'atmosfera da noir a tratti stravolta. Un tango robotizzato e insulso caratterizza "Lost Tanga in Paris"; un carattere narrativo tutto francese viene conferito a "Et Depardieu créa la femme" dall'armonica a bocca di Hermine Deurloo, mentre il leader mima la fisarmonica. Il successivo "Le notti di Caribia" offre un temino aforistico, percussivo e sognante al tempo stesso. "The Gossip Father" si basa invece su un tronfio procedere di marcia e su un tema gonfio declamato dal tenore dello stesso van de Graaf. In "The Small Dictator" una danza puntillistica e leggiadra viene tracciata dall'oboe di Lidia van der Vegt, affiancato dalle tastiere, responsabili poi dell'inquietante e frammentaria trama percussiva di "Il deserto nero".

"Silence of the Lamps," il conclusivo bonus track, con i suoi sei minuti rappresenta il brano più lungo del CD: un'atmosfera misteriosa e un procedere imprevedibile vengono intrecciati dal leader, dalla batteria di Fred van Duijnhoven e dalla tromba di Doomernik, per concludersi però con fugaci citazioni di cadenze e temi orecchiabili.

In conclusione, ci troviamo di fronte ad un lavoro singolare, ponderato, che attraversa toni diversi; una musica comunque che sollecita una fruizione intellettuale piuttosto che sensoriale ed emotiva.

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