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Jon Irabagon: Server Farm

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Jon Irabagon: Server Farm
Quando un agitatore musicale come Jon Irabagon, mente tra le più aperte, corrosive, imprevedibili e significative della scena jazzistica statunitense mette insieme un tentetto da paura per esplorare fatti e misfatti dell'intelligenza artificiale, curiosità e aspettative sono ai massimi livelli. E questo Server Farm le soddisfa pienamente, ennesima prova della grandezza di un musicista onnivoro in grado di esaltare ed esaltarsi in tutta la gamma di formazioni messe in campo negli ultimi quindici anni.

Dal sax solo di Foxy—quasi ottanta minuti di improvvisazione incandescente—, al duo con Mike Pride, dagli ineffabili Mostly Other People Do the Killing ai trenta elementi della The Original Outright! Jass Band fino a questo clamoroso tentetto, attraversando generi, stili e territori i più disparati con la nonchalance e il talento di chi possiede una conoscenza enciclopedica e più di un pizzico di sana follia.

I tredici minuti dell'iniziale "Colocation" valgono più di mille parole sulla visione musicale del nostro. L'inizio etnico e gentile dettato da gong filippini viene soppiantato da un bruciante swing orchestrale guidato dalle tastiere elettriche che piano piano si trasformano in un incendiario caos organizzato, che a sua volta si dissolve in un minimalismo iterativo di minime schegge sonore per terminare con nuove accelerazioni, nuove combinazioni metriche, nuove cortine di suono dense di elettricità e di impulsi elettronici.

"Routers" è ritmo latino anticonvenzionale, sensuale irrorato da invenzioni e scostamenti, attraversato dal sontuoso sax tenore del leader. "Singularities" brilla di una clamorosa sezione centrale R&B , "Graceful Exit" possiede grazia ed eleganza ellingtoniana con elementi devianti che la proiettano in visioni futuriste. "Spy," con i suoi quindici minuti il brano più lungo, vede la voce di Mazz Swift interpretare una breve lirica scritta da Irabagon durante la pandemia, sostenuta e circuita dall'inquietante incidere dell'orchestra tra cacofonie, pulsazioni seriali, grovigli elettronici. Insomma Server Farm è disco dal potente impatto sonoro, ricco di stimoli, suggestioni, prospettive, visioni e va annoverato tra le cose migliori uscite in questa prima parte di 2025.

Album della settimana.

Track Listing

Colocation; Routers; Singularities; Graceful Exit; Spy.

Personnel

Additional Instrumentation

Jon Irabagon: sopranino saxophone, effects; Mazz Swift: vocals (5); Peter Evans: flugelhorn; Matt Mitchell: Fender Rhodes, Prophet-6; Levy Lorenzo: kulintang, laptop, electronics, vibraphone.

Album information

Title: Server Farm | Year Released: 2025 | Record Label: Irrabagast

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