Home » Articoli » Album Review » Joe Lovano, Dave Douglas: Scandal
Joe Lovano, Dave Douglas: Scandal
BySempre in questi casi l'operazione di Douglas tendeva a cogliere e interpretare nell'essenza lo spirito del musicista, proponendo solo una piccola parte di suoi brani e componendo egli stesso la quantità maggiore del materiale. Nel caso di Scandal si procede con lo stesso criterio, ma qui la formazione coinvolge su un piano di responsabilità paritaria un primattore come Joe Lovano, nel quintetto Sound Prints che avevamo già incontrato nella registrazione dal vivo del 2015 Live at Monterey Jazz Festival, pubblicata dall'etichetta Blue Note.
Scandal, che esce ora per Greenleaf Music, ripropone l'omaggio a Shorter, senza dubbio un musicista il cui ruolo nel jazz contemporaneo, sia come compositore, che come solista e direttore di gruppi, merita attenta riflessione. Al primo ascolto, il lavoro del quintetto completato dagli ottimi Lawrence Fields al pianoforte, Linda May Han Oh al contrabbasso e Joey Baron alla batteria, mostra un equilibrio olimpico, un approccio che fa pensare a un mainstream di elevata fattura. In paragone alle più recenti realizzazioni del quartetto di Shorter, sembrerebbe di essere qui su un piano di maggiore levigatezza, controllo e rifinitura, a scapito dell'avventura.
Tale prima impressione si stempera negli ascolti successivi, dove Scandal serba più di una sorpresa, facendo scoprire lo spessore delle proprie sottigliezze, ma pure alcune stoccate pungenti. Certo, l'approccio di Lovano, pur ricco di spunti, mantiene maggiore flessuosità ed equilibrio rispetto a quello audace e spesso imbizzarrito di Shorter. Ma il ricorso frequente al libero contrappunto da parte dei fiati e alla dilatazione dei tempi in episodi fluttuanti è fonte di continuo stimolo e meraviglia. Si ascolti a tale proposito l'iniziale "Dream State," dove il tema tipicamente riconoscibile nell'impronta di Douglas sfocia nel serrato dialogo dei due fiati, o "Mission Creep," dove la capacità camaleontica di Douglas si mimetizza in Shorter, attuando cambi di tempo e di climax e giungendo a stimolare con la propria elasticità uno degli interventi memorabili di Fields al pianoforte.
"Full Moon" e "High Noon" sono due contributi compositivi di Lovano degni di nota, il secondo ancora per il dialogo dei due fiati, sempre più serrato e acrobatico. Particolare attenzione merita ancora "The Corner Tavern," sempre a firma del sassofonista, che si sviluppa con disinvoltura su un metro di nove quarti, dove sono eccellenti la tromba sordinata di Douglas e il contributo, anche in solo, del contrabbasso di Linda Oh.
Altre piccole perle sono disseminate da Douglas nel tema di "Ups and Down," con il cenno al monkiano "Pannonica" sulle primissime note e ancora il suono pregnante con la sordina. Spicca la splendida intensità di "Scandal," forse la vetta del disco, il cui tema ricorda stavolta il Coltrane di "Naima." Due i brani di Shorter presentati nel CD: un "Fee Fi Fo Fum" arrangiato dal trombettista, che dilata il tema con una lunga coda e dà modo ancora di sviluppare il dialogo dei fiati, e "JuJu," arrangiato da Lovano, che si appoggia su tempo libero e fluttuante, dando modo di gustare i pregnanti soli di tenore, tromba e pianoforte, e ancora le capacità di interazione e coesione di un quintetto superlativo.
CD della settimana
Track Listing
Dream State; Full Sun; Fee Fi Fo Fum; Ups and Downs; The Corner Tavern; Scandal; JuJu; Mission Creep; Full Moon; High Noon; Libra.
Personnel
Joe Lovano
saxophoneJoe Lovano: saxophones; Dave Douglas: trumpet; Lawrence Fields: piano; Linda May Han Oh: bass; Joey Baron: drums.
Album information
Title: Scandal | Year Released: 2018 | Record Label: Greenleaf Music
< Previous
Live from San Pedro
Next >
Meet Sarah V.
Comments
Tags
“Sound Prints” Quintet
CD/LP/Track Review
Giuseppe Segala
Scandal
Greenleaf Music
Dave Douglas
Booker Little
Joni Mitchell
Mary Lou Williams
Wayne Shorter
joe lovano
Lawrence Fields
Linda May Han Oh
Joey Baron