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Sao Paulo Underground
ByA un paio d'anni di distanza dal precedente tour, si è fermato all'Area Sismica, in data unica italiana, il treno del Sao Paulo Underground. Il progetto è uno dei numerosi portati avanti da Rob Mazurek, musicista di punta del nuovo jazz americano ed esploratore dei territori di confine fra free, elettronica, rock e sonorità postmoderne in genere. Nato dagli anni di permanenza di Mazurek in Brasile e dedicato all'incontro fra i ritmi derivati dalla tradizione brasiliana, l'elettronica e la sua cornetta eterea il Sao Paulo Underground trasporta in questo orizzonte sonoro la lezione del free e soprattutto di Don Cherry, che non a caso aveva già fatto da apripista all'incontro fra free jazz e musiche del mondo.
Il repertorio della serata ha pescato dai due album pubblicati dal gruppo, ma anche dal CD di prossima uscita, Três Cabeças Loucuras.
In questo concerto il gruppo ha sprigionato un'esuberanza ed energia che non traspariva dai loro precedenti lavori, mettendo in mostra un suono di gruppo che sembra aver imboccato una traiettoria diversa da quella eterea o vicina ai groove più trendy dell'elettronica da ballo con i quali si erano fatti conoscere.
Il ritmo è stato naturalmente l'ingrediente di spicco del suono della serata: le due batterie di Richard Ribeiro e Mauricio Takara sono state particolarmente trascinanti. In alcuni brani la ritmica rotolante da batucada era irruenta come un treno in corsa.
Dell'elettronica, altro filo conduttore del suono del progetto, in quest'occasione è stato fatto un uso più limitato rispetto al passato, fornendo una sorta di tappeto costante ma che non riempiva lo spazio sonoro.
In particolare Guilherme Granado ha usato una strumentazione meno assortita del solito e si è concentrato soprattutto sulla tastiera, con sonorità vintage e spesso aspre, più che morbide.
Queste ultime fornivano soprattutto un pedale tonale per le melodie e le improvvisazioni di Mazurek, con riff che facevano le veci del basso.
Mazurek alla cornetta ha rivelato una costante crescita come strumentista, soprattutto nel suono che è sempre più maturo, pulito e asciugato dalle sbavature. Pur non rinunciando alle sue tipiche impennate acide verso gli acuti, grande enfasi è stata posta sulla melodia. Complici i temi dei brani, molto ariosi, a volte quasi ingenui, permeati della vitalità tipica della musica brasiliana, in particolare quella degli ensemble di strada e da ballo.
Il concerto è stato molto generoso e il gruppo ha concesso un lungo bis a mo' di suite, col quale ha risposto al calore dell'accoglienza del pubblico.
Questo progetto al momento sembra incarnare il lato più estroverso e solare della musicalità di Mazurek: una musica che sprigiona calore ed energia contagiose; una sorta di tribalismo post-moderno, basato com'è sul ritmo e sulla melodia, inseriti però in scenari sonori alieni e artificiali.
Foto di Claudio Casanova.
Altre foto di questo concerto sono disponibili nella galleria immagini.
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