Frank Kimbrough: Rumors

C'è tutto in questo disco: abilità compositiva, costante interazione esecutiva, potenza ritmica. È un lavoro camaleontico dalle mille cadenze, in cui l'abilità e la compattezza di un trio davvero fantastico sono illuminate dalla consueta sensibilità pianistica del leader.

Qua e là traspare un involontario omaggio ("Hope") all'intenso lirismo di Bill Evans, all'interno di un percorso camaleontico disegnato con sobrietà e leggerezza. In questo esaltante contesto Kimbrough lascia scorrere liberamente la sua creatività, che si carica di un respiro lirico mediterraneo nel brano che apre il disco, per poi dirottare vorticosamente verso il bop ed una pulsazione densa di accenti.

Un pianista colto e raffinato, che proietta la tradizione del jazz in un territorio franco, per elevare a regola l'indeterminatezza delle forme musicali. Tanta sapienza strumentale e compositiva, al servizio di un cuore magnificamente palpitante che omaggia e trasfigura Federico Mompou, Thelonious Monk, Andrew Hill ed Herbie Nichols.

Personale, incisivo, fantasioso. Sono gli aggettivi che più si addicono a questo trio, uno tra i migliori del panorama jazzistico contemporaneo.

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