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Rob Mazurek Sound + Vision
ByA poca distanza dal concerto del Chicago Underground Duo, Rob Mazurek è tornato all'Area Sismica per quello che si può definire un regalo al locale al quale lo lega un'amicizia sviluppatasi negli ultimi anni: un concerto in solo, dimensione abbastanza rara nel variegato panorama dei suoi progetti musicali.
La situazione solitaria è stata l'occasione per mettere in campo una dimensione, quella multimediale, che è cara e congeniale a Mazurek, anche se in termini quantitativi rappresenta una fetta minoritaria delle sue attività artistiche; ma è Mazurek stesso a definirsi un artista multimediale, audio-visuale, e non solo un musicista.
La performance è consistita in un'improvvisazione alla cornetta mentre sullo sfondo scorrevano le immagini di due video sperimentali. Il primo di questi due video, realizzato da una coreografa, aveva anche una traccia sonora creata da Mazurek: un collage di suoni e pattern elettronici, campioni e frammenti di registrazioni di musicisti dell'Exploding Star Orchestra, il più ambizioso dei suoi progetti musicali. Il secondo video, invece, era una creazione dello stesso Mazurek ed era privo di suono.
La poetica dei video era tutta basata sull'effetto percettivo e suggestivo del colore, delle macchie e masse che si formavano, mutavano o collidevano. Questa estetica del colore faceva da perfetto trait d'union con lo stile di Mazurek come musicista: anche come improvvisatore alla cornetta, come abbiamo già avuto modo di notare, Mazurek è essenzialmente un colorista. Il suo timbro, a volte più morbido, altre più acido, il suo fraseggio spesso conciso e ripiegato su se stesso, hanno una qualità pittorica, un'analogia con l'atto di creare macchie di colore su una tela, con pennellate a volte rapide e frammentate, altre più ampie e distese.
Anche in quest'occasione il suono della sua cornetta ha suscitato questo tipo d'immaginario: brevi frasi, a volte lente, melodiche e trasognate, altre più veloci e sgranate, con un suono e uno stile che sicuramente sono debitori di Don Cherry; che evocano immagini, colori, orizzonti spaziali aperti ed eterei, immateriali...
Questo stile e questo effetto si accompagnavano bene alla traccia sonora del primo video, anch'essa con una qualità profondamente evocativa di spazi e orizzonti ignoti e dilatati; ma probabilmente è nel secondo video, privo di suono, che la cornetta sola, levandosi dal silenzio con la sua voce, ora esile, ora squillante, ha raggiunto il massimo della suggestione, una sorta di fragile esploratore solitario di un universo silenzioso ed enigmaticamente pacifico, in cui si perdevano i riverberi della piccola voce. Una performance questa in cui Mazurek ha infuso anche un significato emotivo speciale, con una dedica personale.
Certamente Mazurek non è il solista virtuoso che stupisce il pubblico con effetti pirotecnici, e l'atmosfera rarefatta della sua performance poteva risultare sfuggente a chi cercava un coinvolgimento più emotivo e diretto, ma lasciandosi catturare dal fascino sottile e sfuggente della sua poetica, il viaggio era assicurato.
Foto, di repertorio, di Claudio Casanova.
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