Jacopo Andreini - Arrington De Dionyso - Scott Rosenberg: Roamin'

Protagonisti del settimo capitolo un terzetto avventuroso di musicisti scapestrati e assolutamente inclassificabili: Jacopo Andreini, polistrumentista irrefrenabile e autentico cappellaio matto della scena indie-jazz nostrana, Arrington De Dionyso, chitarrista-clarinettista americano leader dell’avant combo “Old Time Relijun”, e Scott Rosenberg, sassofonista d’avanguardia e compositore affermato.

Tre quarti d’ora di parapiglia generale quelli proposti dal trio, un autentico “48” sonoro allestito con evidente gratuità d’intenti e compiaciuta mancanza di propositi, se non quello di esserci; tredici tracce di improvvisazione senza se e senza ma (condotta con qualsiasi cosa capiti a tiro), arruffati ammassi sonori al confine tra noise, rumorismo, entomologia, fattoria degli animali, teatro dell’assurdo, ufologia e avanguardia. Ruggiti, barriti, garriti, miagolii, grugniti, vorticose impennate free, gorgoglii, stralunate declamazioni, voci marziane, cantilene inquietanti: non si fanno mancare nulla i tre alchimisti del suono, costringendo l’ascoltatore a perdersi nei meandri di una musica contorta e schizoide, delirante e urticante, ripiegata su sé stessa e decisamente grottesca.

Forse la chiave di lettura, se mai ve ne sia una, sta nelle convulsioni verbali sfoggiate nei titoli. “Grattugia acuminata”, “Sputacchiere frizzanti”, “Scartocciati”, “Otarie sottomarine”, “Glottologia”: richiami di scuola futurista a realtà verbali parossistiche, allitterazioni e ossimori perfettamente consonanti col carattere meta-para-linguistico di una tale performance.

A chi piace sorprendersi e soffrire raccomandiamo l’acquisto. Anche se, parere personalissimo di chi scrive, il destino di questa musica dovrebbe essere quello di perdersi per sempre, di vivere un solo istante e scomparire senza lasciare traccia.

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