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Karlheinz Stockhausen / Ives Ensemble: Plus-Minus
ByScritte nell'arco di una decina d'anni, "Refrain nr. 11" (1959), "Kreuzspiel nr. 1/7" (1951) e "Plus-Minus nr. 14" (1963), pur diverse, sono di fatto tre opere chiave del percorso di Stockhausen verso l'elaborazione di quel serialismo che contraddistinguerà il modus componendi del maestro tedesco nei suoi primi anni.
In ordine di tempo "Kreuzspiel" è la prima opera di Stockhausen ad essere realizzata in pubblico nel corso del Darmstadter Ferienkurse fur Neue Musik del 1952 (con Maderna alle percussioni). Al tempo rappresentò un vero e proprio succès de scandale per via di quel suo carattere "aritmetico" che tante perplessità destò. Ascoltato oggi si tratta di un pezzo di grande bellezza e vivacità espressiva, che presenta un'importante dimensione ritmico espressiva tale da concedere spazio, per quanto impostata su fondamenti aritmetici, anche ad un piano meramente emozionale. Influenzato da un'organizzazione ritmica derivata da "Modes de valeurs et d'intensités" di Messiaen, in "Kreuzspiel" Stockhausen si avvale di due fondamenti a posteriori vincenti: da una parte conferisce alla sezione delle percussioni un ruolo di primaria importanza (contrastando così la un più debole, per me, sezione fiati), dall'altra immette nelle maglie compositive alcuni passaggi jazz (smorzando così i toni di un impianto teoreticamente forse un po' pesante).
"Refrain" gioca invece attorno a tre poli strumentali, piano, vibrafono e celesta (ciascuno con un set addizionale di strumenti), e alla colorazione delle loro rispettive voci. Le variazioni di timbro mostrano in tutta la loro potenza e raffinatezza l'immaginazione di Stockhausen. Il titolo della composizione, "ritornello" (una presenza udibile e percettibile), deriva dalla forma in cui Stockhausen ha scritto la partitura di questo pezzo che graficamente si presenta strutturato attorno ad un asse centrale tale che le notazioni sono poste su strisce (con trilli e glissanti) che possono essere poste una sull'altra a piacere dell'esecutore.
La capacità di Stockhausen di controllare ogni aspetto dei suoi "suoni-tipo," la loro distribuzione nel tempo e nello spazio, culmina in "Plus-Minus," espressione massima e sopraffina del "primo" serialismo di Stockhausen. "Plus-Minus" è un'opera in cui si percepisce una totale assenza di gravità nella tonalità: melodia e armonia vengono completamente liberate (emancipate meglio dire dati gli anni) e riproposte in una dimensione di assoluta libertà. È opportuno, per meglio capire tale affermazione, inquadrare la genesi di quest'opera, che viene formulata nel corso di una vacanza in Sicilia nel 1963, durante la quale Stockhausen arriva ad elaborare dei simboli grafici per sette differenti tipi di materiali sonori che vanno da suoni realizzati con grande precisione con timbri duri fino a suoni ricchi di rumore e timbricamente indeterminati. Ciascuna delle sette pagine della partitura di Plus-Minus presenta 53 di questi simboli (con una proporzione che ricorda la serie Fibonacci), ordinati in una sorta di griglia. A sua volta, ciascuna porzione di questa griglia riproduce uno specifico "evento" musicale a cui Stockhausen attribuisce un carattere specifico e peculiare con dettagliate istruzioni e disposizioni da seguire in caso di esecuzione. Per tale ragione e per l'enorme lavoro di studio che richiede, la realizzazione di "Plus-Minus" è decisamente un evento.
Sul piano esecutivo, l'Ives Ensemble ha lavorato in un modo decisamente interessante (per i dettagli si rimanda al libretto), presentando nel CD una versione "espansa" di tale lavoro, tanto che la partitura originale viene sviluppata in un'opera della durata di 51 minuti. Diviso in due parti (plus/minus) che hanno lavorato su aspetti interpretativi assai diversi, una volta unito in sede di registrazione l'Ives ha amplificato enormemente le potenzialità aritmetiche dell'opera, realizzando così una sorta di "non musica che rappresenta un'assenza di musica". "Plus-Minus" pare infatti continuamente dissolversi e consumarsi, con continue vampate e stilettate che danno spessore e potenza alle trame sonore.
Il risultato è in sostanza potente, carico dal punto di vista sonoro, di grande profondità e bellezza.
Track Listing
01. Refrain nr. 11 (1959), 02. Kreuzspiel nr. 1/7 (1951), 03. Plus-Minus nr. 14 (1963).
Personnel
Rik Andriessen (flauto), Esther Probst (oboe), Hans Petra (clarinetto basso), Jan Willem van der Ham (bassone), Fons Verspaandonk (corno), Jan Bastiani (trombone), John Snijders (piano), Reiner van Houdt (piano/celesta), Arnold Marinissen (percussioni), Wilbert Grootenboer (percussioni), Fedor Teunisse (percussioni), Josje ter Haar (violino), Ruben Sanderse (viola), Job ter Haar (violoncello), Diederik Mejinckens (contrabbasso), Richard Rijnvos (direttore).
Album information
Title: Plus-Minus | Year Released: 2010
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