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Jøkleba: Outland
Un pizzico pretenzioso anche se è vero che qualora i tre baldi protagonisti del progetto (che hanno dato l'incipit del loro cognome al nome di questo gruppo) volessero proprio indagare l'inconscio dell'identità, forse ci hanno preso.
Loro, però. Perché a noi e -credo -all'ascoltatore standard anche delle usuali estetiche ECM, preparati del genere andrebbero propinati a davvero piccole dosi. Su molti farmaci e prodotti farmaceutici è scritto a chiare lettere "usare con cautela." La similitudine calza a pennello per il "prodotto" in questione, partorito dopo un quarto di secolo di esperienza artistica comune. Forse l'approccio alla ECM ha dato idea di "osare" un diverso approccio a quella che potremmo identificare quale una "altra strada" dell'idea dell'improvvisazione. Sicuramente accattivante, l'efficace metodologia del trio colpisce. Il rumore è più vicino al suono soffice e il suono è vicino al rumore soffice. Se è il contrasto che "doveva vincere" allora il discorso si chiude qui. Ma, ripeto e consiglio un'utilizzazione a piccole e austere dosi poiché l'arsenale musicale nascosto qui dentro è davvero immensamente pericoloso.
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