Allison Miller, Carmen Staaf: Nearness

Una leggerezza inquieta attraversa le tracce di questo bel disco realizzato in coppia da Allison Miller (batteria e percussoni) e Carmen Staaf (pianoforte). La strumentazione è particolarmente adatta alla formula del duo, basti pensare a quanti esempi possono tornare alla mente nella storia del jazz moderno.

In questo caso, invece di stupire con le rispettive qualità di virtuosismo—che comunque non mancano -, Miller e Staaf si affidano alla naturalezza della conversazione, senza porsi chissà quale obiettivo, tranne quello di valorizzare il rapporto tra melodia e ritmo, enfatizzato da strutture compositive semplici e spesso dal blues.
Allison Miller è ben nota almeno per la sua conduzione della band Boom Tic Boom. Carmen Staaf è, tra l'altro, direttrice musicale per Dee Dee Bridgewater, ma ha suonato spesso con Miller: ad esempio nell'apprezzato Science Fair o nel gruppo Parlour Game.
Il repertorio di Nearness si avvale di otto originali oltre ad "Ask Me Now" di Thelonious Monk e allo standard "The Nearness of You" di Hoagy Carmichael. Il clima espressivo, si diceva, è leggero, ma aperto a divagazioni, situazioni ritmiche ingegnose, frutto di una evidente, virtuosa frequentazione reciproca.

Il pezzo di apertura, "Dan Dan," esemplifica bene il metodo del duo, che si lascia trasportare da idee estemporanee, senza seguire uno schema prestabilito: i metri dell'esecuzione slittano dal dispari al pari, Miller usa le mani sulle pelli, Staaf privilegia i timbri bassi. Il blues emerge in "Blue Thrush" e in "New York Landing," evidente parafrasi della "All Blues" davisiana, così come prevalgono "free forms" in "Top Shelf" (forse la traccia migliore) che mostra l'abilità di Miller nell'utilizzo di tutto il kit percussivo.

"The Nearness of You" è resa con una ingegnosa forma di bossa, prima di acquisire la sua chiarezza melodica, "Beans and Rice" si sviluppa con unisoni tra i due strumenti che apre ad una linea boppistica che vira in sequenze di marcia, il tono è giocoso e delicato. Chiude una meditativa ballad, "Chant."

Un ascolto dunque che ci lascia due strumentiste sorprendenti, ben consce della storia che le precede, ma sicuramente originali e mature.

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