Home » Articoli » Album Review » In Memoriam Mauro Bardusco: My Second Home

In Memoriam Mauro Bardusco: My Second Home

In Memoriam Mauro Bardusco: My Second Home
L'8 giugno del 2024 ci lasciava Mauro Bardusco (clicca qui per un suo ricordo, che pubblicammo poco dopo), grande appassionato di musica noto per aver creato ed essere stato per trent'anni il direttore artistico del festival Jazz&Wine of Peace di Cormons, che infatti gli ha dedicato la sua edizione 2024. Ma già il 21 di settembre un cospicuo numero di suoi amici si erano ritrovati al Klub Stala, un locale in Slovenia che Mauro era solito frequentare, per festeggiarne la memoria nel segno di ciò lui amava sopra ogni cosa —la musica. Quella serata è diventata poi un disco, edito da Klopotek, che raccoglie cinque improvvisazioni, tutte di formazioni diverse, introdotte da un toccante ricordo letto da uno dei più cari amici di Mauro, Pierluigi Pintar, riportato in inglese sul retro del libretto.

La prima delle cinque "Impro for Mauro" vede in scena il trio di Francesco Ivone alla tromba, Gianfranco Agresti al sax tenore e Timi Vremec al basso elettrico. Ed è quest'ultimo ad attraversare il suono dei due fiati, dettando loro la direzione unificante della musica, facendolo non attraverso un banale "dare il tempo," bensì grazie a una serie di cambiamenti stilematici coerenti, capaci di dare senso alle libere evoluzioni degli altri due protagonisti, come esemplarmente nella nitida conclusione, lanciata da un suono fisso del basso.

Meno ordinata la seconda impro, opera di un altro trio, quello di Alipio C. Neto al sax soprano, Anton Lorenzutti alla chitarra e Robi Erzetič alla batteria. Qui tutti e tre i musicisti si muovono con estrema libertà e forte intensità dinamica, così che il clima è prevalentemente di pathos, a lungo ancestrale quando il suono è magmatico, poi drammatico: prima Neto predomina con il suo fraseggio distorto ed espressivo, poi quando è la batteria a coinvolgere con percussioni ossessive, infine quando spetta alla chitarra creare scenari metafisici. Notevole la lunga conclusione, dinamicamente più contenuta, ma sempre magmatica e ricca di improvvisi squarci espressivi.

La terza impro vede protagonista il quartetto di Flavio Brumat e Bostjan Simon ai sassofoni, Ales Valentinčič alla chitarra e Žiga Ipavec alla batteria. Anche qui, libertà di aggregazione dei suoni, giocata sull'intrecciarsi dei sax —il tenore di Brumat e il soprano di Simon —cui la chitarra elettrica costruisce una cornice onirica e la batteria pennella di arricchimenti cromatici. Belli il contrasto tra l'avvio aggressivo e il prosieguo prima riflessivo, poi fittamente ma quietamente dialogico e l'intervento suggestivo del flauto etnico (di Ipavec?).

Nella quarta impro è ancora di scena un quartetto, quello di Paolo Pascolo al flauto, Martin O'Loughlin al tuba, Giorgio Pacorig alle tastiere e Gal Furlan alla batteria. Qui a dominare la scena sono due elementi: da un lato il contrasto tra le alte e fluttuanti note del flauto e le scure e più materiche sonorità del tuba, dall'altro le invenzioni timbriche delle tastiere e della batteria. Ed è davvero difficile privilegiare uno dei quattro protagonisti, tutti pienamente coinvolti nella costruzione di un affresco costantemente mutevole, intensamente intriso di suoni, eppure anche perfettamente delineato nella sua evoluzione, forse grazie al tuba di O'Loughlin, che funge un po' da filo conduttore delle evoluzioni degli altri.

A chiudere il lavoro spetta al trio di Massimo De Mattia al flauto, Giovanni Maier al contrabbasso e Zlatko Kaućić alla batteria. Qui a fare da colonna portante è il potente contrabbasso di Maier, che raccorda e dà continuità alle sfuggenti evoluzioni di De Mattia e alle invenzioni di Kaučič. Notevoli i molteplici cambi di atmosfera: a circa un terzo, con mutamento dei rapporti tra i tre; a metà, con un'accelerazione e una contemporanea variazione della dinamica; a tre quarti, con l'aggregarsi delle voci quasi all'unisono; la conclusione, in dissolvenza e progressiva rarefazione dei singoli suoni, con l'improvviso "ciao Mauro" di Pintar a coronamento di un ricordo sentito e sacrale, quanto lo sono la musica e l'amicizia.

Un evento e un disco che vanno aldilà della sola arte, ammesso e non concesso che ci possa essere arte senza valori come quelli erano in gioco qui, assieme a lei.

Track Listing

Lettera per Mauro; Impro for Mauro I; Impro for Mauro II; Impro for Mauro III; Impro for Mauro VI; Impro for Mauro V.

Personnel

Album information

Title: My Second Home | Year Released: 2024 | Record Label: Klopotec

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Tramonto
John Taylor
Ki
Natsuki Tamura / Satoko Fujii
Duality Pt: 02
Dom Franks' Strayhorn
The Sound of Raspberry
Tatsuya Yoshida / Martín Escalante

Popular

Old Home/New Home
The Brian Martin Big Band
My Ideal
Sam Dillon
Ecliptic
Shifa شفاء - Rachel Musson, Pat Thomas, Mark Sanders
Lado B Brazilian Project 2
Catina DeLuna & Otmaro Ruíz

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.