The Agent-K: Mouvements

I quattro musicisti dimostrano di cavarsela molto bene coi loro strumenti e riescono ad avere un impatto sonoro di tutto rispetto, carico di elettricità, di bagliori minacciosi che sembrano preannunciare l'arrivo di un salutare temporale estivo. La ritmica è pervasiva e sempre in grado di cavalcare l'onda. La tromba di Burgos è carica di pathos, di singulti, di buone vibrazioni. Il Fender Rhodes di Nick Rosen è sempre liquido al punto giusto e sparge le note nello spazio come se fossero piccole gocce di mercurio inarrestabili nella loro corsa verso l'orizzonte.

Il linguaggio jazzistico espresso da questi giovani musicisti si prende tutte le libertà del caso, non facendosi mai condizionare da limiti precostituiti e l'Agente K butta l'occhio anche verso il free jazz e l'avanguardia, senza però dare mai la sensazione di voler entrare per davvero dentro quelle stanze. La ricerca del groove stralunato, anche di quello implicito e meno evidente, rimane il dato di fondo che caratterizza questo bel debutto.

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