Home » Articoli » Album Review » Matmos: Matmos: The Rose Has Teeth in the Mouth of a Beast

1

Matmos: Matmos: The Rose Has Teeth in the Mouth of a Beast

By

Sign in to view read count
Matmos: Matmos: The Rose Has Teeth in the Mouth of a Beast
Matmos

The Rose Has Teeth In The Mouth Of A Beast

Matador

(2006)

Valutazione: 4,5 stelle

Una serie di ritratti, straordinaria ricognizione di sensi e significati attraverso il corpo e la cultura, lo scorrere spesso doloroso della vita attraverso i suoni, i rumori, le parole e i segni, ricomposizione lessicale che spesso scardina i significati e li ricompone all'interno di una nuova prospettiva. Non a caso il riferimento del titolo è al Ludwig Wittgenstein delle Ricerche Filosofiche, quando il rigore del linguaggio si rovescia a svelare relazioni quasi magiche.

Il nuovo lavoro dei Matmos, The Rose Has Teeth In The Mouth Of A Beast, è il meccanismo sonoro più emozionante e intelligente degli ultimi tempi, il disco con cui il duo di San Francisco porta a definitiva maturazione quell'incrociarsi continuo di sperimentazione e comunicatività che li ha contraddistinti sin dagli esordi.

Dieci omaggi a personaggi - accomunati dall'omosessualità - simbolo in diversi settori dalla pornografia alla letteratura, dalla storia al cinema: una fitta rete di riferimenti, rimandi, straordinarie intuizioni, un percorso di piani che si sovrappongono fino a creare una vertigine espressiva di rara potenza, non solo nella scena elettronica.

L'apertura è dedicata proprio a Wittgenstein e alle sue rose, denti e bestie, in quello che alla fine è forse l'episodio meno riuscito del disco, quello in cui l'aspetto concettuale sottrae all'impatto fisco la propria preminenza: in "Roses and Teeth for Ludwig Wittgenstein" suoni concreti e una serie di voci che leggono il testo del filosofo austriaco si sovrappongono in una rete di annotazioni sonore sempre più fitta.

Il secondo omaggio, che trascina subito su terreni di evidente matrice dance, è per il mitico Larry Levan, geniale dj e animatore del Paradise Garage, tra i pionieri indimenticati della house. "Steam and Sequins For Larry Levan" è disco mutante [genere che uno dei due Matmos, Drew Daniel, frequenta con risultati eccellenti nel progetto The Soft Pink Truth] non rivoluzionaria, ma ad alto tasso di contagio.

La riflessione si ripiega ancora sull'aspetto testuale con "Tract For Valerie Solanas", dedicato a colei che si guadagnò i suoi quindici minuti [abbondanti] di notorietà sparando proprio ad Andy Warhol e teorizzando la distruzione del genere maschile: in questo brano Martin C. Schmidt utilizza l'utero e altri tratti dell'apparato riproduttivo di una mucca come fonte sonora.

Dopo questo inizio che pone alcuni interrogativi - per quanto in maniera forse leggermente schematica - sul ruolo stesso del linguaggio, il disco si apre davvero come una rosa che la bocca della bestia non riesce a trattenere nemmeno con i denti e le tracce che seguono si superano in bellezza e originalità.

"Public Sex for Boyd McDonald", dedicata al curatore della raccolta di testimonianze queer "Straight to Hell" è un geniale sogno trapuntato di funk digitale - qui ad essere utilizzati sono i suoni di un locale gay - con tanto di chitarra che si avvolge sensualmente attorno ai beats frammentati.

Di inusuale bellezza è anche quella "Semen Song for James Bidgood" che del disco costituisce il cuore, l'animo più intimo: grazie anche alla voce di Antony e all'arpa di Zeena Parkins che rotolano struggenti verso l'infinito, attirate dall'incanto degli archi, la canzone diventa invocazione, smarrimento, balbuzie e eco. Meravigliosa.

"Snails Lasers For Patricia Highsmith", la famosa scrittrice di gialli appassionata di lumache, è un quadro notturno noir e pigro, con le luci lontane dei lampioni a piovere sull'asfalto bagnato e il suono di un theremin fotosensibile alterato dal movimento di alcune lumache. Mentre "Germs Burn For Darby Crash" si muove con spasmi pneumatici come in una rincorsa industrial.

Accostamento coraggioso e riuscito quello tra le atmosfere surf e gli archi del Kronos Quartet in "Solo Buttons For Joe Meek", summa ultra-pop delle ossessioni di Drew Daniel, prima del brano più lungo e "narrativo" del disco, quell'omaggio a William S. Burroughs che parte come un rag lento e pigro, spezzettato da disturbi di sottofondo e interrotto da uno sparo [quello dello scrittore maldestro Guglielmo Tell con consorte?]. Da quel punto protagonista diventa il suono della macchina da scrivere - elemento centrale nella biografia e nella poetica dello scrittore di St. Louis - capace di tramutarsi in respiro e in un'orgia percussiva in cui Marinetti danza in un cerchio di sciamani.

L'omaggio finale, solenne e vagamente wagneriano, è per Ludovico di Baviera, un banchetto su cui cola la voce di Maja Ratkje, allucinata e sensuale sopra l'affastellarsi di piatti e l'incedere goffamente marziale degli ottoni.

L'assoluta padronanza di una scrittura in cui strumenti acustici e elettronici convivono, l'intelligenza della ricerca sonora - che trova sempre una sua giustificazione testuale - la freschezza delle idee, oltre ad un packaging in cui sono contenuti anche i ritratti dei dieci omaggiati da parte di artisti quali Dan Clowes, Adam Ansell o Jason Mecier, fanno di The Rose Has Teeth In The Mouth Of A Beast il punto probabilmente più alto della creatività dei Matmos, un duo che - al di là della popolarità per le collaborazioni con Bjork - è certamente tra le realtà più colte, stimolanti e musicalmente valide dei nostri giorni!

Elenco dei brani:

01. Roses And Teeth For Ludwig Wittgenstein - 3:24; 02. Steam And Sequins For Larry Levan - 5:21; 03. Tract For Valerie Solanas - 5:08; 04. Public Sex For Boyd McDonald - 5:52; 05. Semen Song For James Bidgood - 5:02; 06. Snails And Lasers For Patricia Highsmith - 5:52; 07. Germs Burn For Darby Crash - 4:10; 08. Solo Buttons For Joe Meek - 3:34; 09. Rag For Wiliam S. Burroughs - 13:52; 10. Banquet For King Ludwig II Of Bavaria - 3:23

Personnel

Album information

Title: Matmos: The Rose Has Teeth in the Mouth of a Beast | Year Released: 2006 | Record Label: Matador


< Previous
Twenty Five

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

New Start
Tom Kennedy
A Jazz Story
Cuareim Quartet
8 Concepts of Tango
Hakon Skogstad

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.