Marc Ribot and the Young Philadelphians: Live In Tokyo

Marc Ribot, il Philly Sound, gli archi, il funk. Ormai capace di attraversare qualsiasi tipo di contesto musicale con la facilità con cui l'acqua scorre lungo le pietre di un ruscello, il chitarrista amato da Tom Waits incornicia con un Live in Tokyo una delle sue avventure più folli e divertenti.

Ribot arruola una formazione vera detonatrice di groove e composta da Jamaaladeen Tacuma al basso, Calvin Weston alla batteria, Mary Halvorson alla chitarra, a cui aggiunge una sezione archi. La missione è quella di rivisitare e riproporre il mito del suono di Philadelphia. Un'esplosione di soul, funk e tinto d'Ornette Coleman.

Si attinge a piene mani infatti da quella fabbrica di hit scegliendo alcuni pezzi dei Trammps, Teddy Pendergrass, Silver Convention, Ohio Players, People's Choice, MFSB e Van McCoy e espandendo l'orizzonte pop in direzione jazz. La chitarra di Ribot suona spesso free senza mai perdere il filo del discorso, mirabilmente in equilibrio su un crinale elettrico e grooveggiante come di rado è capitato di sentire nella produzione del chitarrista di Newark.

Un disco la cui bontà è stata confermata proprio questa estate in un concerto bolognese e, ancora prima, lo scorso autunno, con un set a Milano, in ciascuna occasione con due sezioni archi locali.

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