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Leonardo Pieri Sestetto
ByLa riapertura 2011 del Pinocchio Live Jazz ha visto di scena un sestetto di musicisti locali di grandissima qualità, diretto dal pianista e compositore Leonardo Pieri, con una ritmica giovane ma già matura - Gabriele Evangelista al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria - e una front line di fiati di assoluto valore: Mirko Guerrini al sax tenore, Nico Gori al clarinetto e ai sax contralto e soprano, Dario Cecchini ai sax baritono e contralto.
Il gruppo presentava un estroso repertorio appena registrato su un disco autoprodotto, Telesio Session, basato interamente su composizioni di Pieri, in alcuni casi create a partire da arrangiamenti di brani altrui (ben tre le "ricostruzioni" di "Blue in Green," assolutamente diverse l'una dall'altra e ancor più dall'originale). Interessanti ed estremamente cangianti le atmosfere: ora (apparentemente) tradizionali, con i fiati che improvvisano a turno alzandosi in piedi (hanno per il resto suonato seduti) come nelle big band; ora più complesse, con il contrabbasso (autore di pregevolissimi e lunghi assolo) e la batteria (eccellente e presente senza strafare) a tessere con il piano una trama sulla quale i fiati s'inseriscono con più libertà.
Pieri si fregia di fare jazz d'avanguardia grazie ad un lavoro svolto con metodi tradizionali: spartiti, lettura, prove, tutto rigorosamente in acustico (solo contrabbasso e piano avevano amplificazione). E considera l'attuale stadio del gruppo ancora interlocutorio, di passaggio tra una formazione che esegue brani preesistenti e poi arrangiati per lei e un'altra - quella attorno alla quale i sei stanno lavorando - capace di muoversi su strutture aperte, sulle quali co-comporre tutti assieme, improvvisando con ancor maggiore libertà. Anche così, comunque, il risultato è eccellente. Merito dell'accuratezza del lavoro del leader, merito della bravura dei musicisti: le improvvisazioni dei tre fiati, infatti, valgono il prezzo del biglietto.
Gori è spettacolare al clarinetto, strumento che domina espressivamente, ma anche originalissimo al contralto e del tutto sorprendente al soprano, con il quale richiama talora lo stile di Bechet. Guerrini è più astratto, multiforme (non ripete mai una frase) ed enciclopedico. Cecchini, quasi sempre al baritono, tutt'altro che prigioniero dello stile dei suoi fortunati Funk Off, e anzi si produce spesso in assolo quasi rarefatti.
Molti i momenti di grandissimo livello, tra le quali una suggestiva e intensa "variante" di "Blue in Green" e un brano - "Well Mannered Pervert" - dal serrato montaggio, nel quale i tre fiati (nella fattispecie tenore, soprano e contralto) si "passavano" l'assolo l'un l'altro dopo poche battute, proseguendolo e porgendolo al successivo ancora "caldo"... Splendido!
Bei musicisti e bella serata, formazione consigliata ai pigri e distratti organizzatori di festival.
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