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Lacy in the Sky with Diamonds al Pinocchio di Firenze

Lacy in the Sky with Diamonds al Pinocchio di Firenze

Courtesy Annamaria Lucchetti

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Roberto Ottaviano, Danilo Gallo, Ferdinando Faraò
Pinocchio Live Jazz
Firenze
18 gennaio 2025

Riapertura in grande stile per il Pinocchio Live Jazz di Firenze, che dopo la pausa per le festività, ha portato sul suo palco il trio di Roberto Ottaviano (fresco del riconoscimento di musicista dell'anno per il referendum di Musica Jazz), Danilo Gallo e Ferdinando Farao con il loro omaggio alla musica di Steve Lacy, che nel corso del 2024 aveva visto la luce anche su CD per l'etichetta Clean Feed, con il titolo Lacy in the Sky with Diamonds, nome con il quale viene presentato anche il loro spettacolo dal vivo.

E sul materiale dell'eccellente disco si è basata anche la performance della serata al Pinocchio, che ha visto susseguirsi brani del sopranista statunitense in esso presenti come "Prospectus," "The Owl," "Esteem" e "Deadline," spesso introdotti da Ottaviano ricordandone genesi e contesto, ma anche altre sue composizioni non incluse nell'album —su tutte la splendida "Blues for Aida" —, composizioni originali, di Thelonious Monk e altri, alternando alla musica ricordi e aneddoti su Lacy, che per Ottaviano è stato un Maestro e un costante punto di riferimento. Ma, aldilà dell'ampliamento del programma e degli approfondimenti verbali, lo spettacolo dal vivo ha permesso ai musicisti, com'è ovvio, di muoversi con maggiore libertà e più spazio, consentendo loro di sfaccettare ulteriormente un repertorio ricco e concentrato qual è quello di Lacy, aprire ed esplorare a fondo il quale permette sempre di scoprire nuovi dettagli e pieghe fin lì inesplorate. Cosa che i tre hanno fatto mettendo a frutto la loro forte intesa e le peculiari caratteristiche individuali.

Ottaviano, padrone assoluto dello strumento dal quale traeva intensi sovracuti ed espressivi armonici, lo ha interpretato in modo personale e ormai piuttosto lontano da quello del Maestro omaggiato: ben diverso il timbro, più veloci e spigolosi i fraseggi, meno astratte le improvvisazioni, in generale più teso l'approccio, così da dar vita a una lettura del ruolo e dei brani filologicamente impeccabile, ma anche del tutto personale. Gallo ha affiancato la voce del soprano con il proprio suono netto e profondo, non fornendo solo un supporto ritmico, bensì costruendo delle trame proprie negli spazi che si aprivano tra le narrazioni del sax. Faraò ha a sua volta interpretato a proprio modo il ruolo della batteria, costruendo assieme a Gallo un tessuto musicale sul quale spiccavano le linee di Ottaviano e occupandosi in particolare di mutarne le sfumature di colore. In questi specifici ruoli, paritetici ma anche relativamente subordinati, contrabbasso e batteria hanno comunque trovato spazi per pregevolissimi assoli.

Un concerto intenso e molto bello, che (segno indubbio della sua qualità e della passione immessavi dagli interpreti) alla distanza è persino cresciuto—proprio verso la sua conclusione una suite che incastonava l'uno con l'altro una serie di brani di Monk, il cui mondo musicale è sempre stato quello di Lacy, ha particolarmente affascinato —e che, dopo un breve bis, s'è concluso con nel tripudio del numeroso pubblico presente. Gran bell'inizio d'anno!

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