Leszek Mozdzer: Komeda

Un debutto che giunge dopo esperienze con prestigiosi connazionali come Zbigniew Namyslowski (Secretely & Confidentionally), Tomasz Stanko (A Farewell to Maria) o Michal Urbaniak (Live in Holy City) e collaborazioni con David Friesen, Adam Makowicz, Lars Danielsson (The Time, Pasodoble, Tarantella), David Gilmour e Phil Manzanera.

Le esperienze jazzistiche di Mozdzer s'innestano in un solido background classico e la sintesi è quanto mai evidente in questo disco che mostra l'adesione ai canoni della musica romantica (la figura di Chopin è sempre viva e presente nella cultura polacca) ma introduce tratti personali negli sviluppi improvvisativi.

La cosa è particolarmente apprezzabile in quanto Mozdzer non si pone sulla scia di Mehldau o Svensson, come accade a molti giovani pianisti europei ma opera all'interno della propria tradizione culturale. Il modo con cui affronta il repertorio di Komeda è personale: il delicato profilo che "Svantetic" aveva in origine viene trasfigurato estrapolando i suoi impliciti caratteri ossessivi e parossistici; il tema di "Cherry" è appena accennato e si sviluppa in una libera improvvisazione tra momenti concitati e delicati abbandoni; "Ballad for Bernt," "The Law And The Fist" e "Nighttime, Daytime Requiem" vengono esaltate nelle loro componenti cameristiche con tecnica da concertista.

Piena adesione ai valori melodici originali con momenti toccanti, vengono dalle due versioni di "Sleep Safe and Warm" e "Crazy Girl," scritti da Komeda per i film Rosemary's Baby e Knife in the Water di Roman Polanski.

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