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Ab Baars: Kinda Dukish

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Ab Baars: Kinda Dukish
"Poche imprese nel jazz sono così rischiose come quella di ri-arrangiare i temi di Duke Ellington" scrive Kevin Whitehead nelle note di copertina di questo disco. In brani divenuti nel tempo vere e proprie icone, è alto il rischio di appiattirsi in una logica calligrafica o, peggio ancora, di offendere la memoria collettiva, alterandone l'identità.

In questo splendido album dedicato all'universo ellingtoniano, Ab Baars si colloca invece in equilibro tra voglia di ricerca e rispetto per l'autore. Realizza così un lavoro capace di coniugare estro creativo, tensione narrativa e senso della storia.

Protagonista da almeno tre decenni dell'avanguardia mitteleuropea, il sassofonista ha svolto il suo periodo formativo negli anni settanta accanto a Roscoe Mitchell, Steve Lacy, John Carter, Butch Morris per entrare, nella metà degli anni ottanta, nell'organico olandese Instant Composers Pool, diretto da Misha Mengelberg e Han Bennink. L'esperienza con gli artisti olandesi è un buon punto di riferimento per valutare questo disco. Non è un caso che, appena entrato nella ICP Orchestra, Baars abbia partecipato all'incisione di Two Programs, un disco di Mengelberg dove venivano rilette le musiche di Thelonious Monk ed Herbie Nichols. Come in quel lavoro Ab Baars si confronta con la tradizione del jazz statunitense da una prospettiva tutta europea: ricerca intellettuale e trasporto affettivo sono i due poli in cui si collocano i vari brani.

Nella scelta del repertorio Baars ha operato con equilibrio: accanto a classici brani come "Solitude", "Caravan", "Prelude To A Kiss", "Perdido" o "Jack The Bear" troviamo opere meno note ma di grande interesse come "Mr.Gentle And Mr. Cool", "Half The Fun" o "Drop Me Off In Harlem". I due temi d'inizio, la visionaria "Solitude" e la radicale versione di "Aristocracy A' La Jean Lafitte" possono accreditare l'idea di un prodotto troppo intransigente ma da "Kinda Bear" ("Jack The Bear) la tensione creativa si stempera in un più organico confronto col passato. Baars lascia il tenore e si esprime nel più evocativo clarinetto e trovando nel formidabile trombonista Joost Buis il partner ideale per rievocare i celebri stilemi di Duke.

Nel corso del disco ogni brano rivela motivi d'interesse, svelando una ricerca meticolosa ed un lavoro approfondito: si ascoltino l'austera cornice in cui viene collocato il tema di "Caravan" o la minuziosa calibratura delle dinamiche in "Prelude to A Kiss", trasfigurata in forma inquietante fino al lirico episodio finale. Il quartetto opera con una coesione ammirevole, dimostrando di saper padroneggiare sia i momenti di libera improvvisazione che quelli tradizionali.

Track Listing

01. Kinda Solitude (Solitude) - 4:24; 02. Kinda Lafitte (Aristocracy A' La Jean Lafitte) - 4:59; 03. Kinda Bear (Jack The Bear) - 5:24; 04. Kinda Caravan (Caravan) - 6:19; 05. Kinda Gentle (Mr. Gentle And Mr. Cool) - 5:47; 06. Kinda Half (Half The Fun) - 7:13; 07. Kinda Harlem (Drop Me Off In Harlem) - 3:21; 08. Kinda Braud (Portrait Of Wellman Braud) -3:36; 09. Kinda Prelude (Prelude To A Kiss) - 5:10; 10. Kinda Perdido (Perdido) - 6:45. Tutti i brani sono di Duke Ellington.

Personnel

Ab Baars
clarinet

Ab Baars (clarinetto, sax tenore tenore); Joost Buis (trombone); Wilbert de Joode (contrabbasso); Martin van Duynhoven (batteria).

Album information

Title: Kinda Dukish | Year Released: 2006 | Record Label: Music Network


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