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Kadima Collective

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E' da qualche anno che il movimento jazzistico israeliano ha conquistato visibilità e notorietà internazionale mettendo in luce una serie di notevoli musicisti e di talenti cristallini (i fratelli Coen, il bassista Omer Avital, la pianista Anat Fort, il chitarrista Amos Hoffman, il sassofonista Eli Degibri, tra gli altri).

Anche in una realtà così effervescente e consolidata non poteva mancare un etichetta che testimoniasse i fermenti locali più radicali e lontani dallo show-business. Nasce così nel 2004, da un'idea di Jean Claude Jones, bassista nato in Tunisia, vissuto in Francia, trasferitosi negli Stati Uniti molto attivo nel downtown newyorchese, il Kadima Collective.

L'idea di partenza era quella di dare documentazione - sono parole dello stesso Jones - alla scena impro e free israeliana. Non trovando nessuna etichetta internazionale disposta ad accollarsi questo compito, fonda la Kadima Collective Recordings. Kadima significa letteralmente muoversi, andare avanti, procedere e diventa il motto della nuova label. Andare avanti e trovare un distributore internazionale, così la seconda idea di Jones è quella di coinvolgere alcuni artisti di statura internazionale che fungessero da traino e promozione, sollecitando l'interesse di distributori, venditori di dischi e giornalisti. A partire dal 2007 a Ned Rothenberg e Joelle Leandre, si aggiungono così Mark Dresser, Barre Phillips, Bert Turetzky, Vinnie Golia, Gunter Baby Sommer e i giochi sono fatti.

I media internazionali si accorgono di questa nuova importante realtà che trova testimonianza in un catalogo perfettamente bilanciato tra musicisti locali e star straniere, con attenzione particolare ai grandi bassisti.

Ma c'è un aspetto che caratterizza in maniera peculiare l'etichetta israeliana ossia il lancio della Kadima Triptych Series. In un'unica confezione trovano posto un CD audio con la musica dell'artista, un DVD nel quale si documentano i momenti e i risvolti tecnici che hanno portato alla realizzazione del CD e un libretto che riporta appunti, annotazioni, biografia e altro materiale inerente all'incisione.

La nostra panoramica sul fenomeno Kadima inizia proprio dalla prime due uscite della serie Triptych.

VV.AA.

Deep Tones for Peace [CD/DVD/Booklet]

Valutazione: 4,5 stelle

L'evento è di quelli da ricordare. Il 26 aprile 2009 quattordici contrabbassisti - otto all'Hama' abada Lab di Gerusalemme, sei alla Manhattan School of Music - interpretano "Deep Tones for Peace," una performance in internet dedicata alla pace e alla fratellanza tra i popoli.

Fibre ottiche e Polycom Teleconferencing Hardware rendono possibile la magia di un'orchestra di contrabbassi dislocata sulle sponde opposte dell'Atlantico. Mark Dresser a Gerusalemme e Sarah Weaver a New York dirigono scure e brumose masse sonore verso zone apparentemente irraggiungibili dove la creatività dei protagonisti ha pieno e libero sfogo.

Melodie polifoniche, ritmi inusuali, armonie tridimensionali e le diverse tecniche individuali rendono Deep Tones for Peace un'esperienza unica e irripetibile, un inno alla pace ma anche un compendio sulle possibilità di uno strumento che viene sdoganato dai suoi compiti canonici per diventare universale. Le splendide riprese contenute nel DVD, che alternano momenti dell'esibizione multimediale, concerti dal vivo a Gerusalemme e le parole dei protagonisti, sono la ciliegina sulla torta di un prezioso documento di musica senza tempo.

Mark Dresser

Guts - CD/DVD/Booklet

Valutazione 4,5

Tra i tanti motivi che lo hanno spinto a incidere Guts, Mark Dresser ne ricorda tre: i sei anni ormai passati dall'ultimo album in solo Unveil (Clean Feed - 2004), la possibilità di registrare in una sala da concerto dall'acustica eccezionale disegnata da Cyril Harris, la possibilità di suonare, oltre ai suoi due contrabbassi usuali, un Hammond Ashley a cinque corde dal suono meraviglioso.

Tutto ciò emerge a chiare lettere all'ascolto di Guts, un meraviglioso viaggio nei mondi possibili e impossibili dello strumento più grave tra i cordofoni. Tecnica, ricerca, fantasia, creatività, emozioni e sentimenti fusi in mirabile sintesi offrono la dimensione delle enormi possibilità offerte da uno strumento spesso considerato solo nel classico ruolo di pulsazione ritmica.

Ma la vera chicca di questo esordio della Triptych Series è il DVD. Accanto ad una conversazione con il compositore Roger Reynolds, ad una intervista con lo stesso Dresser, vi è un'ora abbondante di vera e propria master class con spiegazioni dettagliate e coinvolgenti dimostrazioni sulle tecniche avanzate nell'uso del contrabbasso.

Una vera delizia per occhi e orecchie.

Barre Phillips

Portraits - CD

Valutazione 4,5 stelle

In occasione del settantacinquesimo compleanno di Barre Phillips la Kadima pubblica questo concerto solo registrato il primo dicembre 2001 a Graz in Austria in occasione del Tomastik-Infeld "Bass Encounters". Il suo Journal Violone del 1968 è considerato il primo disco di contrabbasso solo e da allora Phillips ha continuato a sperimentare e ricercare un nuovo lessico dello strumento grave.

Questo Portraits è una sorta di stato dell'arte del grande contrabbassista, cinque improvvisazioni riflessive, pacate, calde e avvolgenti nelle quali prevale un grande senso di saggezza e di serenità. Ciascuna si sviluppa attorno ad una tecnica particolare. L'iniziale "Right!" è costruita sugli aspetti percussivi dello strumento, legno o corde che siano, per poi lentamente virare verso lidi nei quali il piano e il pianissimo prendono il sopravvento. L'abbondante uso di armonici trasforma "The Dream" in un brano sognante e ipnotico, a tratti visionario. In "Up and Out" lo strumento viene suonato come un violoncello con un senso del racconto più esplicito ed una voce quasi umana che sfruttando l'intera gamma tra toni gravi e acuti sembra intessere un dialogo sulle vicende umane. Il conclusivo "I Told You So," suonato con la più canonica tecnica jazzistica del pizzicato, presenta una linea melodica chiara e definita e chiude in modo gentile e delicato una performance fantastica.

Vinny Golia - Mark Dresser

Live at Lotus - CD

Valutazione: 4 stelle

Registrazione risalente al giugno 2001, Live at Lotus vede protagonisti il contrabbasista Mark Dresser e il polistrumentista Vinny Golia, dalle nostre parti musicista poco conosciuto, ma presenza fondamentale nella comunità impro-free californiana oltre che patron della label Nine Winds.

Quattro lunghe composizioni, quattro differenti strumenti a fiato che dialogano con il versatile contrabbasso di Dresser. In "Locution" il clarinetto esplora sonorità estreme sul tappeto creato dal contrabbasso archettato con alcuni momenti di grande esasperazione timbrica. "Excursion" vede un continuo scambio di ruoli e variare di mood, con i registri gravi in naturale evidenza, momenti di grande astrazione che trovano poco alla volta un terreno più sanguigno e inflessioni blues di rara suggestione. "Can There Be Two" è caratterizzato dal suono acuto, leggermente nasale del sopraninno i cui svolazzi e trilli conducono l'improvvisazione in meandri tra avanguardia e musica mediorientale. Nel conclusivo "17 Directions to El Paso" il flauto traverso porta una ventata di lirismo in una registrazione di una intensità quasi fisica.

Due maestri in splendida forma.

Peter Kowald - Vinny Golia

Mythology - CD

Valutazione 4 stelle

Ancora Vinny Golia, ancora un duo, questa volta con il compianto Peter Kowald. L'incontro è casuale: la telefonata di un amico, la possibilità di incontrare Peter di passaggio negli States, uno studio di registrazione fortunatamente libero, la promessa di metter mano insieme al lavoro, l'impossibilità di farlo per la scomparsa del grande contrabbassista tedesco, il recupero della copia grazie all'iniziativa di Jean Claude Jones.

I titoli dei quattordici brani non sono altro che l'indicazione dello strumento a fiato impiegato e la tecnica utilizzata sul contrabbasso (pizzicato o archettato). Rispetto al precedente Live at Lotus la musica scorre più libera, più materica, meno controllata, con una forte presenza fisica del contrabbasso che sembra voler rivendicare in ogni momento la propria possanza. I due sembrano dare il meglio sui registri gravi, il pizzicato di Kowald è profondo e ampio, il lavoro con l'archetto crea scie sonore di un'intensità spaventosa e ciò sembra stimolare particolarmente i fiati di Golia che tirano fuori una vena melodica insospettata.

Album di grande profondità e di forti emozioni.

Vinny Golia - Bertram Turetzky

The San Diego Session - CD

Valutazione 4

Ultimo disco in duo della rassegna e un altro contrabbassista a dialogare con i fiati di Golia. Si tratta di Bertram Turetzky, una leggenda vivente, oltre trecento incisioni tra jazz e musica classica, accademico alla Hartford University, didatta assai apprezzato così come acclamato autore di testi per contrabbasso e vincitore di numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività di compositore.

Nonostante Golia in questa incisione del gennaio 2009 suoni diversi strumenti etnici (lo sheng cinese, il flauto persiano, il flauto turco) il clima generale del CD è molto misurato, potremmo definirlo cameristico, con grande attenzione all'aspetto timbrico dell'esecuzione, al rispetto degli spazi orizzontali e verticali che ciascuno degli interpreti si crea.

Il contrabbasso di Turetzky possiede una versatilità straordinaria, in grado di fornire trame sempre cangianti, con un uso dell'archetto e dei glissandi decisamente originale, oltre che dotato di una vena melodica increspata di malinconia, come risulta evidente nel bellissimo, commovente "Meditations and Prayers".

Da segnalare anche il conclusivo "Phantasmagoria," con il raro clarinetto contrabbasso (portato alla notorietà da Anthony Braxton) impegnato in un dialogo intimo e conturbante con l'archetto di Turetzky.

Bertram Turetzky - Bertram TuretzkyVinny Golia - George Lewis

Triangulation II - CD

Valutazione 3 stelle

Al duo protagonista del disco precedente si aggiunge un secondo strumento a fiato, il prestigioso trombone di George Lewis. Il triangolo raffigurato in copertina esprime solo parzialmente la musica di questa registrazione risalente al dicembre 2003. Perché se è vero che si potrebbe definire geometrica per la lucidità dei contenuti espressi, per la rigorosità delle forme, per la pulizia delle linee esecutive, la geometria euclidea del triangolo rappresentato è come se venisse proiettata in una dimensione metafisica dove linee e forme perdono il loro peso specifico e si trasformano in immagini astratte.

Siamo in territori braxtoniani con estrema rarefazione delle atmosfere, il flusso sonoro che procede per immagini, una sorta di colonna sonora di un immaginario film underground statunitense o di un esempio estremo di nouvel vague francese.

Triangulation II è ricco di particolari che emergono ascolto dopo ascolto ma rimane la sensazione un po' fastidiosa di un disco eccessivamente cerebrale e ammantato di troppo intellettualismo.

Ned Rothenberg - Catherine Jauniaux - Barre Phillips

While You Were Out - CD

Valutazione: 4 stelle

In questo While You Were Out il terzo lato del triangolo costruito sui fiati di Ned Rothenberg e sul contrabbasso di Barre Phillips è la voce di Catherine Jauniaux. Forse più conosciuta per la relazione musicale e sentimentale con il grande Tom Cora piuttosto che per la sua personale carriera artistica, è in questo disco la carta vincente, la marcia in più che accelera vistosamente l'intera registrazione.

Perché se Ned Rothenberg è al solito straordinario ai clarinetti, e al shakuhachi, se Barre Phillips estrae come pochi vere e proprie sculture sonore dal contrabbasso, Catherine Jauniaux è una forza della natura. Con estrema disinvoltura in grado di (s)travolgere i canoni del canto, di inventare fonemi e onomatopee, di cambiare repentinamente direzione all'improvvisazione grazie ad un sussurro, ad un acuto, ad una parola inventata, ad un urlo raccapricciante, a cinguetti e trilli improbabili, ad uno yodel fantasioso.

Il tutto senza mai perdere di vista il discorso d'insieme, la sintonia con i compagni di viaggio, l'organicità dell'improvvisazione ed i canali di comunicazione con l'ascoltatore che, nonostante la varietà e l'arditezza dei codici linguistici utilizzati, avverte a pelle l'urgenza espressiva che trasuda da While You Were Out.

Gunter "Baby" Sommer

Live in Jerusalem - CD

Valutazione 3,5 stelle

Concludiamo la rassegna con il formidabile batterista tedesco Gunter Baby Sommer qui impegnato in una serie di esibizioni live in quel di Gerusalemme con alcuni nomi noti della scena impro e free quali Assif Tsahar, Steve Horenstein e il patron della label Jean Claude Jones e una manciata di talentuosi giovani improvvisatori della scena locale.

E' fuori discussione che la star di Live in Jerusalem sia proprio Sommer che guida i suoi diversi compagni di viaggio negli sconfinati territori della libera improvvisazione con polso fermo ma altrettanta discrezione, suggerendo percorsi e direzioni ma lasciando ampia libertà sulle strategie da utilizzare.

La sua estetica musicale e il suo sapere strumentale sono magnificamente illustrati nel brano solo "Sommertime": una sotterranea forza tellurica incanalata con grande sapienza verso una espressività accessibile nonostante la complessità dei codici linguistici utilizzati. Questo fondale sonoro non può non esaltare i partner di turno tra cui brilla in modo particolare Assif Tsahar. Anche se il brano più interessante è forse "Yo Yo Yo," dove tre giovani israeliani forniscono un saggio di come la lezione del free storico e del post free possa essere attualizzata e decontestualizzata con intelligenza e creatività.

Elenco dei brani:

Deep Tones For Peace:

01. Deep Tones for Peace

Guts:

01. Visceras; 02. Spleendeed; 03. Innard Pulse; 04. Dermus; 05. Duohandum; 06. K-Tude; 07. S'Offal; 08. Kishkus; 09. imAge/contrabass; 10. imagE/contrabass; 11. Ekoneni.

Portraits :

01. Right!; 02. The Dream; 03. Lifesaver; 04. Up and Out; 05. I Told You So.

Live at Lotus:

01. Locution; 02. Excursions; 03. Can There Be Two; 04. 17 Directions to El Paso.

Mythology :

01. Arco / Bb Clarinet; 02. Pizz / Bass Clarinet; 03. Arco / Bass Clarinet; 04. Arco / Soprano; 05. Prepared Pizz & Vocals / Piccolo; 06. Arco & Vocal / Tarogato; 07. Pizz / Ab Clarinet; 08. Arco / Contra Alto Clarinet; 09. Pizz. / Baritone; 10. Pizz. / Alto Flute; 11. Arco / Sopranino; 12. Arco / A Clarinet; 13. Pizz. / Chinese Flute; 14. Pizz. / G Flute.

The San Diego Session:

01. Confucian Conundrum; 02. That One!; 03. Reading Room!; 04. Meditations and Prayers; 05. My Lady Nancy's Dompe; 06. The Tzadik Dances; 07. Il Italiano in Turco; 08. Phantasmagoria.

Triangulation II:

01. Reconaissance; 02. Plenipotentiary Panache; 03. Ballade; 04. You Don't Say!; 05. A Low Frequency Colloquy; 06. Diversion ' a Tre; 07. Another Heated Conversation (Thanks to M.W.); 08. Up Is Down (Jan Sedifka R.I.P.).

While You Were Out:

01. First Things First; 02. Oh My!; 03. Flashing Terncat; 04. As Soon As; 05. Whisper; 06. Eyelet; 07. While You Were Out; 08. La Vida Es Sueño.

Live in Jerusalem:

01. Bojoh; 02. Jassek; 03. Sommertime; 04. Bast; 05. Yo Yo Yo; 06. Sababa.

Musicisti:

Deep Tones For Peace: Thierry Barbe, Mark Dresser, Trevor Dunn, Henry Grimes, Irina-Kalina Goudeva, Lindsey Horner, JC Jones, Michael Klinghoffer, Chi-chi Nwanoku, Barre Phillips, Dave Phillips, Rufus Reid, Bert Turetzky, Sarah Weaver (contrabbasso).

Guts: Mark Dresser (contrabbasso).

Portraits: Barre Phillips (contrabbasso).

Live at Lotus: Vinny Golia (strumenti a fiato); Mark Dresser (contrabbasso).

Mythology: Vinny Golia (strumenti a fiato); Peter Kowald (contrabbasso, voce).

The San Diego Sessions: Vinny Golia (strumenti a fiato); Bertram Turetzky (contrabbasso).

Triangulation II: Vinny Golia (strumenti a fiato); George Lewis (trombone); Bertram Turetzky (contrabbasso).

While You Were Out: Ned Rothenberg (clarinetti, sax alto, shakuhachi); Catherine Jauniaux (voce); Barre Phillips (contrabbasso).

Live In Jerusalem: Gunter Baby Sommer (batteria); Steve Horenstein (sax baritono, sax soprano); Jean Claude Jones (contrabbasso); Assif Tsahar 8sax tenore, clarinetto basso); Yoni Silver (clarinetto basso); Yonatan Albalak (chitarra); Yonatan Kretzmer (sax tenore).

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