Véronneau: Joie de Vivre

La sua band sprizza entusiasmo moderato nella rivisitazione di standard senza tempo. David Rosenblatt, il chitarrista che ha formato il suo background in chitarra classica in Brasile, è pulito nelle esecuzione degli assoli, preciso nelle parti armoniche e ingentilisce tutto il sound della band. L'aiuta la chitarra ritmica di Ken Avis. Il percussionista Pete Walby è complice di soffici atterraggi ritmici; il violinista britannico Dave Kline è come un espressionista che sprizza coloriture romantiche e tzigane.

Si spazia da "La Mer" di Trenet, con un savoir faire à la pompe, alla "pioggia gentile" di Bonfa. Da una rielaborazione riuscita e suggestiva di "For No One" dei Beatles agli insegnamenti di Jobim (l'intramontabile saudade di "Corcovado" e il falso immobilismo di "One Note Samba").

C'è pure il divertimento puro e semplice (e forse un po' scontato) della "Brasil" di Barroso, ma la "Joie de Vivre" si prende così come è. Senza borbottare e stare lì fin troppo a pensare.

Gli arrangiamenti del disco hanno un sapore dolce e morbido ("Cielito Lindo," "Abertura do Veraò"), spensierato e sorridente. In questi 36 minuti di musica potremmo trovare un rifugio antiatomico alla realtà che ha colori un po' più foschi e cieli affatto "splendenti" ("Blue Skies").

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