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Junius Paul: Ism

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Junius Paul: Ism
Il bassista e contrabbassista Junius Paul rappresenta dagli inizi degli anni 2000 l'anima ritmica della scena jazz di Chicago: già collaboratore di Makaya McCraven in Universal Beings (International Anthem, 2018), uno dei dischi jazz rivelazione degli ultimi anni, Paul è membro fra i più attivi della Art Ensemble of Chicago e dell'Association for the Advancement of Creative Musicians.

Ism è il disco d'esordio di Paul come band leader e rappresenta un tributo a quello spirito selvaggio che animava le jam-session del Velvet Lounge, il locale a Sud della città che rappresentava il cuore pulsante della Chicago in Jazz prima che fosse chiuso nel 2010. Ad affiancare Paul c'è un ensemble di musicisti che hanno condiviso con lui un percorso di crescita umana e musicale coinvolgente un'intera comunità.

In apertura dell'album, "You Are Free to Chose" è un collasso avanguardista di suoni che fa da apripista a una prima parte del disco che mostra un'impronta spiritual/psichedelica. Le conversazioni fra il basso di Paul e le batterie di Vincent Davis e di Isahia Spencer scolpiscono un architrave ritmico che rimanda a una fusione fra l'R&B sciamanico di D'Angelo e l'hip-hop di A Tribe Called Quest di Midnight Marauders (si ascolti a riguardo soprattutto "Baker's Dozen" e "Asé"). È il terreno ideale su cui possono insediarsi di volta in volta il piano e il synth di Jim Baker, i sax di Rajiv Halim e di Irvin Pierce, la tromba di Marquis Hill, che in brani come "Bowl Hit," "The One Who Endures" e "Spocky Chainsey Has Re-Emerged" dilatano i tempi ed arricchiscono lo spettro sonoro aprendo la mente dell'ascoltatore a immaginifiche atmosfere lunari. Paul è capace di dare al basso e al contrabbasso un sound oscuro e ammaliante ed è a volte lui stesso ad innescare il cambio di ritmo trasformando gli assoli in progressioni anti-melodiche come accade in "Paris" e in "Sprouts."

Nella seconda parte del disco il paesaggio sonoro si complica: entrano in gioco le chitarre di Scott Hesse e di Shantala Nurullah, le tastiere di William Kirk, la tromba di Corey Wilkes, il violoncello di Tomeka Reid e le batterie elettro-digitali di Makaya McCraven e Xavier Breaker. Il risultato è una successione di sonate conturbanti come "Georgia," "Tune No. 6," "Fred Handerson and a Half," "Ma and Dad" e "Outro," fondate su commistioni fra avant-jazz, neo-soul e afrobeat. Paul si rifà in questa parte finale del disco a grandi maestri quali Pete Cosey e Marcus Miller: i profondi giri di basso dettano i tempi e dissolvono la struttura armonica dei brani plasmandola in forme più fluide adatte all'improvvisazione. Il rischio di dispersione sonora è annullato dal gran lavoro in cabina di registrazione e di mixaggi della coppia composta da Dave Vettraino e da David Allen.

Ism presenta tutte le caratteristiche di un'opera d'arte del nostro tempo che ha il coraggio di orientare gli sguardi verso il futuro: un disco jazz liquido, con una struttura che rimane aperta all'immaginazione dell'ascoltatore e perturbata da continui cambiamenti di ritmo e di tempi. Il livello di improvvisazione e di contaminazioni inedite è talmente notevole da autorizzarci a pensare a questo album come al possibile inizio di un nuovo capitolo per il Chicago sound e, più in generale, per tutta la Black Music.

Album della settimana.

Track Listing

You Are Free to Choose; Bowl Hit; View from the Moon; Baker's Dozen; Asé; The One Who Endures; Spocky Chainsey Has Re-Emerged; Georgia; Twelve Eighteen West; Collant Denier; Paris; Tune No. 6; Sprouts; Fred Anderson and a Half; Ma and Dad; Two Minute Warning; Outro.

Personnel

Junius Paul
bass, electric

Junius Paul: bass/double bass; Vincent Davis: drums; Justin Dillard: piano; Corey Wilkins: horns; Isahia Spencer: drums; Jim Baker: piano and synth; Rajiv Halim: saxophone; Makaya McCraven: drums; Marquis Hill: trumpet; Shanta Nurullah: guitar; Scott Hesse: guitar; Irvin Pearce: saxophone; Tomeka Reid: cello; William Kirk: keyboards: Xavier Breaker: drums;

Album information

Title: Ism | Year Released: 2019 | Record Label: International Anthem Recording Company


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