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Joe Maneri, Tyson Rogers & Jacob Braverman: In The Shadow. First Visit

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Joe Maneri, Tyson Rogers & Jacob Braverman: In The Shadow. First Visit
Classe 1927, scomparso nel 2009, il clarinettista e sassofonista Joe Maneri è stato per gran parte della propria vita noto soprattutto come docente, attività alla quale si dedicò con intensità. Solo alla metà dell'ultimo decennio del secolo, cioè verso i suoi settant'anni, una serie di dischi con etichette europee come Leo, Hat Hut e —soprattutto —ECM (il primo per questa, Three Man Walking, è del 1996), rivelarono al mondo la sua singolare personalità artistica, sviluppata durante i lunghi anni di ricerca sulla microtonalità, che hanno poi influenzato profondamente anche il più noto dei suoi allievi, il figlio Mat Maneri.

Risale a quei neppure quindici anni della sua attività discografica anche questo lavoro, che esce oggi in prima edizione per la serie ezz-thetics della Hat Hut, ma che fu registrato il 2 agosto del 2002 in uno studio di Brookline, nel Massachusetts. Maneri è accompagnato da due eccellenti musicisti, ancorché non notissimi —il pianista Tyson Rogers e il batterista Jacob Braverman —che ne assecondano ottimamente il suo particolarissimo stile musicale negli oltre cinquanta minuti di musica divisi in otto brani, in due dei quali—gli "Interlude" —duettano senza l'intervento di Maneri stesso, quasi a prendersi due pause dalle sue sinuose, espressive e spiazzanti ricerche sonore.

Il lavoro si apre con due brani in cui Maneri è al tenore: il primo, "I Love The World" è su tempi medio-veloci e su dinamiche intense, con la batteria che spinge e il pianoforte che cadenza il procedere del sax con interventi latamente percussivi; il secondo ha invece spazi dilatati ed espressività più intimistiche, nei quali Rogers interviene in dissonanza. Dopo il primo interludio piano-batteria, il lungo "At Waterfall's Edge" (oltre dieci minuti) è forse il vertice del disco: Maneri vi imbraccia il clarinetto, con il quale le variazioni microtonali assumono un'espressività straordinaria, e sviluppa un discorso estremamente mutevole, offrendo anche a Rogers e Braverman la possibilità di utilizzare molteplici stilemi. È un brano esemplare, da ascoltare più volte per cogliere le sottigliezze delle forme espressive e dei timbri che Maneri è in grado di trarre dallo strumento.

Non molto inferiore, comunque, il successivo "Lazarus Shouts," in cui Maneri torna a tenore, facendolo gemere a tratti in modo perfino disorientante e aggiungendo un'altra inusitata forma espressiva: il canto attraverso lo strumento, tecnica usata talvolta nel flauto o negli ottoni, ma rarissimamente impiegata sui sassofoni. Qui Rogers usa in prevalenza il registro alto, a momenti emulando un vibrafono, con virtuosi contrasti timbrici. Il secondo "Interlude," molto più infuocato del precedente, è una splendida vetrina per i due musicisti, che si prolunga nel successivo "Ocean's Highgate Padlocked," ove le cangianti modulazioni del sax tenore sono a lungo un filo conduttore che fa da sfondo alle sferzate di Braverman su piatti e casse e all'impressionante lavoro di Rogers alla tastiera, ora roboante sul registro basso, ora scintillante su quello alto.

Il delicato, complesso e sofferente "Come Back To Me," nuova maiuscola prova al clarinetto con il soffuso accompagnamento dei due compagni, conclude un album che può sorprendere e spiazzare chi non conoscesse Joe Maneri, ma che è da ascoltare e riascoltare con attenzione per quanto ha da offrire in merito alla microtonalità e all'espressività sugli strumenti ad ancia.

Track Listing

I Love the World; Love Flowers; Interlude 1 - In the Shadow; At Waterfall’s Edge; Lazarus Shouts; Interlude 2 - Of the Mountains; Ocean’s Highgate Padlocked; Come Back to Me.

Personnel

Additional Instrumentation

Joe Maneri: clarinet

Album information

Title: In the Shadow. First Visit | Year Released: 2025 | Record Label: Ezz-thetics

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